Se Joe Biden poteva contare sul 90% dei 3900 voti totali dei delegati che prenderanno parte alla convention di Chicago (in programma il 19 agosto), ora per il prossimo candidato alla Casa Bianca sarà tutto da rifare. L’endorsement ottenuto da Kamala Harris mezz’ora dopo l’annuncio del ritiro dalla campagna elettorale dal parte dell’attuale Presidente, rimane un’indicazione importante a quattro settimane dalla riunione dei democratica dell’Illinois e a poco più di 100 giorni prima delle elezioni di novembre, ma non tassativa.

Come verrà scelto l’erede di Biden

Nessuno si era mai ritirato così tardi, e i prossimi 28 giorni saranno decisivi per cercare di dirottare i voti su un unico candidato che metta tutti d’accordo, anche sul piano economico. Già perché i fondi elettorali, i finanziamenti raccolti da Biden per la sua campagna, non saranno trasferiti automaticamente al suo successore, ma saranno considerati “in eccesso” e potranno essere trasferiti al partito, con possibili restrizioni per il loro utilizzo da parte di altri candidati.

28 giorni alla Convention di Chicago

Il voto dei delegati per nominare il prossimo candidato alla Casa Bianca potrebbe avvenire virtualmente prima del 19 agosto, ma se gli stessi non dovessero trovare un punto d’incontro si tornerebbe indietro al precedente del 1968, quando sempre a Chicago, si tenne una Convention apertissima, senza alcun nome sicuro del suo futuro. Sempre lì sarà richiesta la maggioranza dei delegati per diventare il candidato presidenziale dei democratici, e se non dovesse arrivare al primo turno, entrerebbero in gioco i 700 “super delegati“, funzionari di partito che influenzeranno il risultato. È partita la corsa contro il tempo.

Redazione

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