La proposta
Comunali Napoli, dare più poteri alle Municipalità per ridurre il divario tra centro e periferie
Caro Riformista, scrivo a seguito delle attente considerazioni sul decentramento amministrativo di Raffaele Ambrosino e Raffaele Porta, pubblicate su queste pagine, per fare delle precisazioni e al contempo una proposta al Riformista, che si pone sempre più in città quale amplificatore di temi di rinnovamento della società civile che possono influire sulle scelte politiche, almeno quelle locali. Partendo dalle considerazioni dei miei predecessori, tutte condivisibili ed espressione di un pensiero colto, faccio però presente che il tema del decentramento amministrativo è parte di programma di questa campagna elettorale e non è utilizzato come il canto delle sirene seducenti che provavano ad attrarre Ulisse per poi lasciarlo all’indomani delle elezioni stesse.
L‘argomento del decentramento amministrativo e dell’effettivo funzionamento delle Municipalità, quale declinazione della efficienza della Pa e vicinanza al cittadino, è realmente elemento dirimente per il funzionamento della macchina amministrativa. Io stessa me ne occupo dal 2018 come cittadina attiva che ha svolto anche ruoli pubblici quale assessore alle politiche sociali nella I Municipalità di Napoli, poi responsabile delle politiche sociali nel coordinamento cittadino di Forza Italia e, da ultimo, responsabile dell’area famiglia e valori identitari nel coordinamento cittadino di Prima Napoli. Nel 2018 mi sono resa promotrice di un convegno al Maschio Angioino dal titolo “Il mancato decentramento amministrativo” cui hanno partecipato politici e tecnici di diritto pubblico della Federico II per sostenere la fattibilità giuridica della trasformazione delle attuali municipalità anche tenendo conto della legge Delrio istitutiva delle città metropolitane che detta un’ampia riforma nella materia degli enti locali.
A sostegno è seguita una raccolta di firme per sensibilizzare l’amministrazione arancione all’opportunità di realizzare modifiche dell’attuale regolamento comunale ma, ahimè, senza fortuna! Il progetto giuridico e culturale lanciato dal convegno era il seguente: dotare le Municipalità di proprio bilancio; conferire soggettività giuridica alle piccole istituzioni relativamente alla possibilità di partecipare a progetti europei ottenendone in via diretta i relativi fondi; conferimento di pieni poteri nelle materie in cui le Municipalità, da regolamento, hanno già competenza; trasferimento delle risorse economiche derivanti dalle funzioni e dalle attività svolte dalle Municipalità sul proprio territorio di competenza; revisione geografica delle piccole istituzioni tenendo conto della morfologia del territorio napoletano e delle diverse realtà sociali bisognevoli di specifiche necessità di welfare.
Iniziative, queste che, senza dubbio, potrebbero trasformare Napoli in città metropolitana e non far più vivere ai cittadini, in contrasto con un mondo globalizzato, quella odiosa e provinciale divisione centro-periferia, che procura arretratezza e ritardo economico e sociale. La lista Prima Napoli ha fatto sua la mia proposta inserendola nel programma per le prossime elezioni. La richiesta e la speranza che affido alle pagine del vostro giornale è che la proposta qui raccontata dopo le elezioni comunali sia amplificata con un dibattito trasversale che sia fatto proprio dalle nuove realtà politiche che guideranno la città perchè, come sostenuto dal sindaco Iervolino, le riforme amministrative devono riguardare l’intera comunità.
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