A due mesi dalle elezioni comunali
Tanti candidati sindaco ma che fine hanno fatto i programmi per Napoli?
La campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio comunale di Napoli può dirsi iniziata informalmente da circa sei mesi, con le candidature di Alessandra Clemente e Antonio Bassolino. Formalmente, però, comincerà un mese prima delle elezioni, quindi ai primi di settembre, quando scadrà il termine per la presentazione di liste e programmi.
Nella politica di una volta, forse in maniera troppo pedante, si insegnava – anche se poi magari meno si praticava – che prima vengono i programmi, poi le persone. Era un retaggio delle forme parlamentari, basate sui partiti e sulle loro forti ideologie. I programmi di fatto erano strettamente legati a queste ultime e non aveva troppa importanza chi li portasse avanti, perchè lo “spartito” era quello. Poi è venuta la crisi delle ideologie storiche, quella anche organizzativa dei partiti e, infine, la novità delle forme a elezione diretta che hanno molto aggravato quelle crisi. Il modello si è ribaltato e il candidato è diventato l’alfa e l’omega della campagna elettorale, con poteri connessi anche con la presentazione di liste e apparentamenti. È un fatto che abbiamo in campo persone, ma non programmi.
Abbiamo sempre denunciato una certa latitanza del dibattito programmatico, ma siamo rimasti sorpresi anche noi quando abbiamo cercato di procurarci i programmi più o meno ufficiali dei vari aspiranti sindaci scoprendo che non ce ne sono. Non per i due maggiori competitori, Catello Maresca e Gaetano Manfredi, troppo presi dai dibattiti interni su alleanze e candidature (anche se per il secondo vale l’ampio lavoro istruttorio svolto da Berardo Impegno). Non proprio per Bassolino, lo staff del quale ha messo a punto un documento politico con un preambolo ben definito che, tuttavia, non è stato ancora presentato al pari delle dodici schede dedicate alle singole questioni di interesse della città. Alessandra Clemente si è dimessa da assessore da pochi giorni e quindi, essendo finora intenta ad amministrare la città, da un lato dovrebbe già avere una precisa idea di Napoli, visto che si pone in continuità col sindaco uscente Luigi de Magistris; dall’altro non ha avuto il tempo di stendere un vero programma che presumibilmente sarà presentato a settembre.
In altre parole, tutti i candidati sindaci presenteranno i rispettivi programmi nell’ultimo giorno utile, in adempimento di un obbligo di legge. «Con la lista di candidati al Consiglio comunale deve essere anche presentato il nome e cognome del candidato alla carica di sindaco e il programma amministrativo da affiggere all’albo pretorio. Più liste possono presentare lo stesso candidato alla carica di sindaco. In tal caso le liste debbono presentare il medesimo programma amministrativo e si considerano fra di loro collegate», recita l’articolo 73 del Testo unico degli enti locali. Ma se i candidati sono in campo da mesi e il loro programma non si vede, la ragione non riposa nel fatto che l’offerta politica ancora non è perfettamente definita, perchè le “transumanze” a cui stiamo assistendo non hanno nulla a che vedere con le strategie amministrative e con l’interesse della città.
Diciamo la verità: dei programmi non interessa quasi a nessuno. Il singolo candidato può essere più o meno attrezzato, ma la campagna elettorale continuerà a giocarsi su trovate e qualche idea più o meno estemporanea. Oggi sarà il carcere di Nisida, domani Palazzo Fuga, dopodomani qualche nuovo e fantasioso assessorato, ma questo è. Un programma per Napoli è un’altra cosa. I programmi li fanno i gruppi dirigenti sintetizzando il lavoro di eletti, gruppi di militanti e formazioni di cittadinanza attiva, magari mettendo intorno a un tavolo esperti accomunati da una certa sintonia culturale. Tutto questo ormai non c’è.
Potremo avere un sindaco più o meno adeguato, ma a questo punto un’idea-forza di Napoli, intorno alla quale sviluppare un programma coerente, difficilmente emergerà. Nella terza città d’Italia la politica non dovrebbe ridursi alla scadenza legale per presentare alla cittadinanza un programma degno di questo nome. Di cosa parlano, quindi, i candidati da settimane e settimane? Nella migliore delle ipotesi si tratta di spunti estemporanei. Veri programmi cercansi.
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