Non un divorzio, ma i rapporti sono a dir poco tesi, per usare un eufemismo. Tra Giuseppe Conte, leader in pectore del Movimento 5 Stelle, e Beppe Grillo, fondatore e garante pentastellato, la situazione si sta facendo bollente.

Uno strappo dietro l’altro che ha portato alla decisione forte di Grillo di non presentarsi alla presentazione del nuovo Statuto del Movimento 5 Stelle, che doveva essere in programma tra mercoledì e giovedì.

Lo Statuto, che secondo i ben informati sarebbe stato scritto di proprio pugno dallo stesso Conte, non va giù al comico genovese. Troppi i limiti e paletti imposti al garante del Movimento, che vuole essere ancora assoluto protagonista della vita interna del ‘partito’ dopo aver spinto i pentastellati al clamoroso sì alla fiducia al governo di Mario Draghi.

Grillo vuole contare e decidere, dettare la linea e soprattutto conoscere e valutare i nomi della futura segreteria politica di Giuseppe Conte: se così non sarà, Beppe è pronto a revocare l’uso del simbolo e a fare la definitiva marcia indietro, lasciando l’ex presidente del Consiglio con un pugno di moschi in mano.

Di fronte a questa ipotesi Conte avrebbe fatto un passo indietro, provando nuovamente a ricucire i rapporti col garante pentastellato. Eppure, come anticipa l’AdnKronos, tutto era già pronto per la presentazione dello Statuto: “Era stata verificata la disponibilità di una grande sala capitolina, dove l’ex premier avrebbe presentato il suo progetto, una ‘sfida’ che Beppe Grillo gli aveva affidato nel febbraio scorso. Ma proprio le divergenze tra Conte e il fondatore del Movimento avrebbero al momento mandato all’aria i piani: i nodi sullo statuto, a partire dall’estromissione di Grillo dalle scelte politiche, non sarebbero stati sciolti, tutt’altro”.

Al momento dunque tutto è sospeso: dallo Statuto alla conseguente votazione che porterà l’ex premier Conte a guidare il Movimento 5 Stelle, destinata a essere rinviata a data da destinarsi. Sicuramente non prima che Conte incontri Grillo per definire i punti che stanno creando non poche tensioni tra i due.

E sullo sfondo ci sono anche due questioni spinose. La prima è l’udienza del 6 luglio a Cagliari in cui si discuterà del ricorso presentato da Carla Cuccu. La consigliera regionale era stata espulsa dal Movimento, ma resta in piedi la questione della sua sospensione. Dopo la decisione del presidente del tribunale di nominare un curatore speciale a causa della mancanza di una rappresentanza legale del Movimento, il procedimento civile va avanti: se la sospensione dovesse essere confermata, spiega l’Agi, la vexata quaestio resterebbe in piedi, non nel caso in cui si arrivasse alla decisione che anche questa deve decadere. Questo renderebbe più facile il percorso di Conte.

Altro tema non di poco conto riguarda le elezioni amministrative. Se la nascita del nuovo Movimento dovesse slittare ancora, a rischio sarebbe la presentazione delle liste nei piccoli Comuni che andranno al voto. A chi i rappresentanti dei meet-up locali dovranno chiedere l’utilizzo del simbolo? E chi darà l’ok alle liste? Domande che hanno bisogno di risposte rapide perché per risolvere le ‘pratiche burocratiche’ i tempi non sono rapidi.

 

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia