L'emergenza contagi
Coronavirus, il Governo rinvia il referendum: stanziati 7,5 per famiglie e imprese
Il consiglio dei ministri ha stabilito che il referendum sul taglio dei parlamentari, previsto per il 29 marzo, sarà rinviato a data da destinarsi. “Il Governo ha ritenuto opportuno rivedere la decisione circa la data del referendum che era stata fissata prima dell’emergenza sanitaria, allo scopo di assicurare a tutti i soggetti politici una campagna elettorale efficace e ai cittadini un’informazione adeguata”, ha detto il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà.
“Non c’è ancora una nuova data, è un rinvio tecnicamente “sine die”, ha detto il premier Giuseppe Conte. La nuova data sarà decisa entro il 23 marzo. Al provvedimento ne segue un altro, già annunciato ieri dal premier in conferenza stampa. Sono stati stanziati 7,5 miliardi a sostegno delle famiglie e delle imprese che stanno affrontando questa emergenza. Si tratta di “misure straordinarie e urgenti”, ha spiegato il Premier in conferenza stampa. Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha spiegato come verranno recuperati nuovi fondi per permettere alle aziende e alle famiglie di affrontare l’emergenza coronavirus: 7,5 miliardi che nel prossimo decreto verranno messi sul campo per “fare fronte alle esigenze immediate”. Sono previste anche misure per sostenere redditi, occupazione e ammortizzatori sociali. Gualtieri ha spiegato che “Nessuno deve perdere il lavoro per il coronavirus”.
Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha spiegato che i sette miliardi complessivi di spesa sono divisi in tre categorie: misure per incrementare il servizio sanitario pubblico, la protezione civile, le forze dell’ordine per fornire assistenza alle persone colpite. Aiuti per le aziende in difficoltà, perché dice Gualtieri “Nessuno deve perdere il lavoro per il coronavirus”. Misure di moratoria dei crediti alle imprese da parte del sistema bancario.
Spiegando gli investimenti, che hanno superato quelli stanziati nei giorni scorsi, Conte si è anche tolto qualche sassolino dalla scarpa. Il primo corrisponde alle presunte polemiche con gli scienziati del Consiglio superiore di sanità che si sarebbero detti contrari alla decisione di sospendere la didattica di tutte le scuole di ogni ordine e grado, per due settimane: “Sono stato io a chiedere la presenza del direttore dell’Iss nel corso della riunione di ieri, ma è la politica che decide non i tecnici”. Il secondo è collegato alle critiche arrivate dall’opposizione, in particolare per le decisioni delle ultime ore: “Non capisco toni come questo, è difficile che il paese riparta se continuano le polemiche”.
Conte ha detto che chiudere le scuole “non è stata una scelta facile”. “Quando dico che ci basiamo su informazioni tecnico scientifiche, non dico che facciamo alla lettera quello che ci dicono i tecnici. Noi abbiamo una responsabilità politica. Valutiamo a tutto tondo gli aspetti in gioco. Noi seguiamo la massima trasparenza. Ma io e i miei ministri ci assumiamo tutta la responsabilità”.
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