La guerra in Ucraina si inasprisce sempre di più. In quasi un mese di combattimento i due fronti si sono scambiati accuse di utilizzo delle più disparate armi di ultima generazione, sempre più pericolose e letali. Le ultime sono le bombe al fosforo bianco che l’Ucraina accusa i Russi di aver usato nel conflitto.

Il sindaco della cittadina di Irpin, alle porte di Kiev in Ucraina, ha accusato i russi di aver utilizzato bombe al fosforo bianco. Se la denuncia dovesse essere confermata si tratterebbe dell’esordio nella guerra lanciata da Vladimir Putin, per “smilitarizzare” e “denazificare” il Paese confinante, delle armi chimiche. Un turning point. Al momento, a supporto delle parole soltanto alcune immagini, video diffusi sui social.

“Le forze russe hanno preso di mira le città satellite di Kiev con bombe al fosforo la notte del 22 marzo”, ha detto dunque Oleksandr Markushin, sindaco della cittadina a ovest della capitale. Le bombe al fosforo bianco sarebbero state utilizzate anche a Hostomel. Il sindaco ha ricordato che tali tipi di ordigni sono vietati dalla Convenzione di Ginevra.

Cosa sono queste micidiali armi e perché sono vietate? Le bombe al fosforo bianco sono di solito lanciate con pezzi di artiglieria da 155 mm o da mortai da 120 mm. Il fosforo bianco è un solido molecolare che a contatto con l’ossigeno dell’aria produce anidride fosforica che disidrata tutto quello che trova producendo acido fosforico. Distrugge quindi tutti i tessuti organici.

Nel 1980 la Convenzione di Ginevra le ha vietate, sebbene non rientrino ufficialmente nell’elenco delle armi chimiche, contengono fosforo bianco, una sostanza gravemente tossica per ingestione e inalazione. Il fosforo bianco in pochi secondi provoca ustioni gravissime ed estremamente dolorose. Quando viene in contatto con la pelle, brucia i tessuti provocandone la necrosi fino alle ossa.

Sostanza di natura solida, prende fuoco spontaneamente a contatto con l’aria. Viene conservato sotto azoto o sott’acqua. La reazione con l’ossigeno nell’aria innesca il rilascio di calore e anidride fosforica, che a sua volta reagisce con i composti contenenti acqua (come i tessuti dell’organismo umano) sprigionando acido fosforico. L’intero processo determina disidratazione, necrosi e distruzione del tessuto colpito. Anche l’inalazione dei vapori tossici rilasciati da tali munizioni può essere letale. Trattandosi di un gas può arrivare facilmente ovunque.

C’è però un utilizzo consentito dalla Convenzione di Ginevra: il fosforo bianco può essere utilizzato al solo scopo di illuminazione, per spaventare o per nascondere le proprie truppe. Altro utilizzo è la creazione di una cortina fumogena, sfruttata per coprire la ritirata o impedire al nemico di avanzare, sebbene si tratti effettivamente di polveri sottili.

Secondo la Convenzione sulle armi convenzionali, il fosforo bianco rientra tra le munizioni incendiarie. Il Protocollo III (articolo 2) ne vieta l’utilizzo “in qualsiasi circostanza” sulla “popolazione civile in quanto tale, i civili isolati o beni di carattere civile”. Inoltre “è vietato in qualsiasi circostanza attaccare con armi incendiarie lanciate da un aeromobile un obiettivo militare sito all’interno di una concentrazione di civili”. La Russia ha aderito all’intera convenzione il 10 giugno 1982, quindi ha accettato il divieto di utilizzo.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.