Alfredo Cospito deve restare in carcere in regime di 41bis. Lo ha deciso il Tribunale di sorveglianza di Roma, respingendo il reclamo presentato dalla difesa, rappresentata dall’avvocato Flavio Rossi Albertini, contro l’applicazione del regime detentivo per i prossimi 4 anni.

Cospito, 55enne, è recluso in regime di carcere duro dallo scorso 5 maggio nel penitenziario di Bancali, a Sassari. Contro questa decisione l’anarchico è in sciopero della fame da due mesi: Cospito è recluso ormai da 10 anni a seguito del processo per le bombe poste nella notte tra il 2 e 3 giugno 2006 davanti alla scuola allievi carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo.

Due pacchi bomba che non provocarono morti, ferito o danni gravi. Per questo la Corte d’Assise d’Appello aveva qualificato il fatto come strage (art. 422 del Codice penale): delitto contro la pubblica incolumità, che prevede una pena non inferiore ai 15 anni. Successivamente, nel luglio scorso, la Cassazione ha modificato l’imputazione nel ben più grave delitto (contro la personalità interna dello Stato) di strage, volta ad attentare alla sicurezza dello Stato (art. 285 del Codice penale), condannando Cospito all’ergastolo.

Dopo sei anni passati regime in alta sicurezza, lo scorso aprile è stato deciso per lui il regime del 41bis. A motivare il passaggio di Cospito al regime di carcere duro sono stati i suoi scambi epistolari avvenuti negli ultimi 10 anni con anarchici e riviste del settore.

Cospito è però in attesa di una seconda importante decisione da parte dei giudici: la Corte Costituzionale deve decidere se possono essere concesse le attenuanti nel processo per le bombe alla caserma dei carabinieri di Fossano, dovendo rispondere di un reato che prevede il “fine pena mai”.

Le proteste

Contro il regime duro nei confronti di Cospito da giorni vi sono manifestazioni di protesta in più parti d’Italia. Dopo gli assalti a Roma e la protesta a Bologna, l’ultimo blitz è avvenuto nella notte contro la sede della banca Bnl a Cagliari in piazza Giovanni XXIII.

La firma lasciata nella scritta su una delle vetrate dell’istituto è “Alfredo libero”, “no 41bis” con la A, simbolo dell’anarchia. Danneggiate almeno tre vetrate della banca, distrutto anche il monitor dello sportello bancomat all’altezza dell’incrocio con via Dante.

L’episodio più grave resta quello messo in atto da un gruppo di anarchici greci, “Nucleo di vendetta Carlo Giuliani”, che con un comunicato sul sito Indimedia Athens ha rivendicato l’incendio dell’auto il 2 dicembre scorso di Susanna Schlein, viceambasciatrice italiana ad Atene e sorella di Elly, candidata alla segreteria del Pd.

Il gruppo anarchico aveva affermato di aver agito in solidarietà con Cospito. D’altra parte il 55enne intervenendo in aula di tribunale a Torino, pur senza citare direttamente i fatti di Atene, aveva detto di non essere “il capo di tutte le cose anarchiche che succedono nel mondo”.

 

Redazione

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