Le dichiarazioni dell'economista
Cottarelli: “Se Azione e Più Europa si fossero messi insieme, mi sarei candidato. A questa lotta fratricida non voglio partecipare”
Carlo Cottarelli è stato chiaro: questa lotta interna tra i partiti dell’area liberaldemocratica è dannosa. L’economista ha ribadito il suo no a una candidatura in vista delle elezioni europee di giugno, nonostante nei mesi precedenti fosse un’ipotesi particolarmente accreditata. ”Sarei stato disponibile a candidarmi per le Europee se ci fosse stata un’alleanza dai partiti cui mi sento più vicino. Io sono un liberaldemocratico: se Azione e Più Europa si fossero messi insieme probabilmente mi sarei candidato”, ha dichiarato Cottarelli alla trasmissione radiofonica ‘Giù la maschera’ su Radio 1 Rai, condotta da Marcello Foa di questa mattina. Il focus della puntata era dedicata al tema ‘C’è troppa Europa o troppo poca?’.
Cottarelli, no alla candidatura alle elezioni europee
Il professore, già premier incaricato nel 2018, prima dell’avvento del governo gialloverde, ha sottolineato i problemi dei litigi e degli attacchi sguaiati da una parte e dall’altra delle barricate liberali. “Tutto può cambiare. Al momento sembrano andare alle urne divisi. Anzi, c’è una lotta fratricida. Un giorno sì e un altro no si lanciano attacchi. E a questo punto io non voglio partecipare a questa cosa. Purtroppo, è un secolo che l’area liberaldemocratica è divisa: andiamo avanti così” ha detto Cottarelli in merito alle discussioni tra le forze centriste in merito alla lista degli Stati Uniti d’Europa: Azione, Più Europa e Italia Viva.
Azione e il dialogo con Più Europa
Il tavolo della lista di scopo è ancora al lavoro. Azione per adesso ne rimane fuori, con Carlo Calenda che intanto stringe accordi con formazioni minori e presenta già alcuni candidati ufficiali per le elezioni. Con una nota, questa mattina, Azione ha voluto rimarcare quali siano i suoi paletti per un possibile accordo con Più Europa, nonostante dall’assemblea di sabato di +E il segretario Riccardo Magi non abbia risparmiato aspre critiche nei confronti di suoi dirigenti (il presidente Federico Pizzarotti e il vicesegretario Piercamillo Falasca, favorevoli a un accordo con Azione) e soprattutto di Calenda.
“I punti fondamentali per noi rimangono gli stessi: coerenza, qualità della lista. 1) Non possiamo accettare di allearci con chi si porta dietro Cuffaro, Cesaro e Mastella o candidare chi viene pagato da dittature straniere in spregio al codice di condotta del Parlamento europeo; 2) Non ha senso includere nella lista di chi poi andrà in gruppi diversi da Renew (PSI e Nuova DC); 3) Non candidatura di chi sostiene le tesi di Putin ed è contrario all’invio di armi in Ucraina (Librandi-Italia C’è); 4) Candidatura di Cottarelli insieme a Bonino come frontrunner della lista 5) inclusione nella lista dei due candidati del PDE attualmente in parlamento europeo (Danti e Gozi). Questi erano i contenuti originari del lodo Verhofstadt. Li siamo rimasti”. Questo il messaggio spedito dal partito di Calenda.
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