Ci può essere una svolta sullo studio delle origini del Covid-19. Un nuovo report americano sulle origini del Covid-19 collega il primo caso noto di infezione al mercato Huanan, il mercato di Wuhan dove venivano venduti anche animali selvatici, e posticipa di otto giorni la data in cui la malattia si è manifestata in quello che fino a oggi è considerato il “paziente zero”, portandola dall’8 al 16 dicembre 2019.
Il dato cronologico
Una panoramica degli eventi cruciali che si sono verificati tra dicembre 2019 e gennaio 2020 a Wuhan, in Cina, è stata prodotta per creare una cronologia che dettaglia i primi casi di COVID-19, le loro connessioni con il mercato di Wuhan, dove sono stati venduti animali vivi, e gli eventi che hanno portato all’identificazione formale del SARS-CoV-2 come nuovo virus.
Per questo, secondo quanto scrive sulla rivista Science il virologo Michael Worobey, professore di Ecologia e Biologia Evolutiva dell’Università dell’Arizona, il primo caso noto di Covid-19 è quello di una venditrice del mercato di Wuhan, ammalatasi l’11 dicembre 2019, e non di un uomo senza legami con Huanan. Proprio questo elemento aveva alimentato le speculazioni sull’origine in laboratorio del virus, creando anche uno scontro diplomatico tra Washingon e Canberra da una parte e Pechino dall’altra.
Allontanata l’ipotesi della fuga dal laboratorio
Pur non essendoci prove definitive, le nuove informazioni sembrano collegare il virus a un’origine animale: già lo scorso maggio, l’autore dello studio Worobey era tra i 15 esperti globali che avevano chiesto, sempre su Science, prove sulla possibilità che il virus potesse essere nato in un laboratorio.
Secondo Worobey, la maggior parte dei primi casi del virus erano associati al mercato ittico all’ingrosso di Wuhan, suggerendo come il salto di specie, noto anche come spillover, dagli animali vivi del mercato all’uomo, fosse la probabile fonte di Covid-19. Sfortunatamente, nessun mammifero vivo raccolto dal mercato di animali vivi di Wuhan e’ stato sottoposto a screening per virus correlati a SARS-CoV-2 e il mercato e’ stato chiuso e disinfettato subito dopo che i casi sintomatici sono iniziati ad aumentare.
Worobey ha analizzato i casi riportati da due ospedali prima che fosse emanata l’allerta: le infezioni erano largamente collegate al mercato, e quelli che non lo erano, erano comunque concentrati nei suoi pressi. “In una città di 11 milioni di abitanti, metà dei primi casi sono collegati a un posto che è grande quanto un campo di calcio“, ha dichiarato Worobey al New York Times. “Diventa difficile spiegarne il modello, se il virus non è cominciato al mercato“.
A dare manforte alla tesi di Worobey è anche Peter Daszak, uno dei membri del team dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha visitato Wuhan a inizio 2021 per le indagini sull’origine del virus. “La data dell’8 dicembre“, ha detto al new York Times, “era un errore“.
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