L’ultima ordinanza emanata dalla Regione Campania rischia di consegnare esercizi e attività commerciali alla criminalità organizzata. Lo ha detto in un’intervista a Rainews il sindaco di Napoli Luigi de Magistris. Nuovo scontro, dunque, con il governatore Vincenzo De Luca che proprio oggi ha firmato una nuova ordinanza valida fino al 20 ottobre. Fino ad allora bar, gelaterie, pasticcerie ed esercizi similari dovranno essere chiusi dalle 23 alle 6 del giorno successivo. Nello stesso periodo scatta l’obbligo della chiusura dell’attività dalle 23 alle 6 da domenica a giovedì e dalle 24:00 alle 6:00 tra venerdì e sabato. Altre norme riguardano ristoranti, pizzerie e altri esercizi del comparto.

LA SITUAZIONE – Sale la preoccupazione in Campania: anche oggi prima per contagi con 431 nuovi positivi nelle ultime 24 ore. Un “coprifuoco”, quello messo in atto da De Luca, per arginare e scongiurare la diffusione del coronavirus nei luoghi della movida, tra le principali cause dell’estensione del contagio secondo il governatore. Una misura che non va giù al sindaco de Magistris. ”Con queste ordinanze consegneremo a breve molti esercizi commerciali alla mafia”, ha detto Luigi de Magistris. “Chiudere ristoranti e locali alle 23 non ha nulla a che vedere con la movida – ha affermato – perché la movida ha altri tipi di locali, di luoghi e di contesti. Tra l’altro l’aumento dei contagi a Napoli non deriva per nulla da comportamenti all’aperto. Ci sono ben altri contesti soprattutto legati all’estate quando si è dato il via libera a tutti”.

LE RESPONSABILITA’ – De Magistris si è detto ”preoccupato perché dopo tanti mesi non mi sembra che si siano fatti passi in avanti sulla tutela sanitaria dei cittadini napoletani e campani e invece si scarica sempre la responsabilità sul ragazzo che sta fuori scuola, sul ristoratore, sul pizzaiolo che vengono considerati il pericolo per la diffusione del contagio”.

“Prima di arrivare a queste misure – ha continuato il sindaco – bisognerebbe iniziare a coinvolgere i territori, i sindaci, le categorie professionali. E invece quello che è drammaticamente vero è che si arriva ad adottare queste misure in maniera antidemocratica e senza che sul piano sanitario sia stato fatto nulla in questi sette mesi”. De Luca ha il diritto di emanare ordinanze, ha aggiunto il sindaco, ma “ha anche il dovere di fornirci i dati che invece ci nasconde. Io non ho i dati del contagio. Non so quanti positivi ci sono per Municipalità. Eppure – ha proseguito il primo cittadino – dopo mesi dall’inizio dell’emergenza, il sindaco della terza città d’Italia avrà il diritto di conoscere i dati? Avrà il diritto di sapere perché siamo la regione che fa meno tamponi? De Luca non ci spiega perché nonostante il fiume di denaro pubblico arrivato abbiamo appena 500 posti letto di terapia intensiva in tutta la Campania per 6 milioni di abitanti”. De Magistris ha sottolineato che ”oltre a raccogliere le lacrime e la disperazione di chi perde il lavoro e si deve affidare all’usura o alla camorra, abbiamo il diritto di sapere se la sanità pubblica ha fatto passi in avanti o se siamo nelle condizioni di febbraio? A me sembra che siamo a febbraio”.

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