Se sei un bambino che non ha ancora compiuto 11 anni, Napoli è la città peggiore in cui tu possa vivere. Lo sostiene la classifica stilata dal Sole 24 Ore, nel consueto report sulla qualità della vita in Italia: all’ultimo posto (107esimo) in graduatoria per i servizi di assistenza ai più piccoli c’è il capoluogo della Campania, che condivide il primato negativo con altre due importanti città della regione. Caserta è infatti penultima, e Salerno è 103esima.

Tra i fattori tenuti in considerazione per compilare la classifica ci sono il numero di pediatri, i posti disponibili in asili nido e il costo della retta mensile, gli studenti per classe, le scuole con palestra e piscina, il verde attrezzato e i delitti denunciati a carico di minori. Al primo posto c’è Cagliari, giudicata la provincia più a misura di bambino. Napoli va male anche per i giovani tra i 18 e i 35 anni (103esima) per via di performance negative nel tasso di disoccupazione giovanile e nella minore incidenza di laureati. Ad Avellino non va molto meglio, è 102esima in questo speciale ranking. Va un po’ meglio agli anziani, dove funziona soprattutto il welfare familiare.

Infatti Napoli è a metà classifica e le altre province comunque non oltre il centesimo posto. Tutti e 5 gli ultimi posti in classifica per la qualità della vita degli over 65 sono occupati da province siciliane: in ordine dall’ultima alla quintultima ci sono Agrigento, Trapani, Messina, Enna e Palermo. Roma è invece la città peggiore in assoluto per i giovani fino ai 35 anni.

I principali squilibri, poi, si manifestano nel rapporto tra le generazioni. Ci sono province come Napoli dove il rapporto bisnonni (over 80) e pronipoti (under 10) è a favore dei secondi, che sono oltre il doppio dei primi. E poi ci sono province come Savona dove i bisnonni sono il 32% in più. In questo caso la media nazionale registra un rapporto di parità.

I giovani (18-35 anni), invece, sono ovunque meno dei residenti con più di 65 anni, con picchi a Biella, Ferrara e Savona dove all’anagrafe se ne contano il 40% in meno rispetto agli anziani. Nella provincia di Caserta, invece, i residenti giovani (tra i 18 e i 35 anni) superano del 21% i residenti anziani (con 65 anni e oltre).

Redazione

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