“Un giorno di ordinaria follia”. No, non si parla del film di Joel Shumacher ma del giorno che vivono i cittadini campani quando si parla di trasporti. Non c’è titolo migliore per descrivere corse che vengono soppresse, treni che passano una volta chi sa quando, risorse economiche inadeguate a rendere più competitivo il mezzo pubblico su ferrovia rispetto a quello privato su strada; ritardi che diventano normalità. Un “giorno di ordinaria follia” è il titolo per descrivere, secondo Legambiente, la quotidianità dei pendolari campani. La fotografia è scattata dal rapporto Pendolaria 2023 che fa il punto sul trasporto su ferro nel nostro Paese.

La Circumvesuviana è ai primi posti della classifica di Legambiente sulle peggiori linee ferroviarie d’Italia. A contendere la maglia nera alla linea di Tpl su ferro che collega la provincia di Napoli al capoluogo ci sono, nelle prime posizioni, la Roma-Lido, la Roma Nord-Viterbo e la Catania-Caltagirone-Gela. A seguire Milano-Mortara, Verona-Rovigo e Rovigo-Chioggia, Genova-Acqui-Asti, Novara-Biella-Santhià, Trento-Bassano Del Grappa, Portomaggiore-Bologna, Bari-Bitritto. “Nonostante lo denunciamo da anni – avverte Legambiente – continuano ad essere ignorati i disagi e l’incredibile situazione in cui si trovano decine di migliaia di pendolari in Campania, a causa delle condizioni in cui versano le ex linee Circumvesuviane”.

Si tratta di circa 142 chilometri, ripartiti su sei linee e 96 stazioni, che si sviluppano intorno al Vesuvio, sia lungo la direttrice costiera verso Sorrento, sia sul versante interno alle pendici del Monte Somma, fino a raggiungere Nola, Baiano e l’Agro nocerino sarnese. “Negli ultimi mesi del 2022 – si legge nel report – moltissimi episodi hanno creato disagio alla circolazione e ai pendolari. Situazioni già vissute negli anni scorsi, con incidenti, ritardi e soppressioni che costringono i pendolari a giornate infinite e a rinunciare all’utilizzo del treno come mezzo quotidiano di trasporto perché inaffidabile”. Su queste linee “la situazione più drammatica riguarda il taglio al servizio che ha superato il 10% rispetto al 2010“.

Ma, “qualcosa in positivo si sta muovendo, con investimenti consistenti da parte della Regione Campania per il rinnovo del parco rotabile, 40 treni in costruzione e una gara in previsione per altri 40/50 treni nuovi“. Purtroppo “la consegna del primo treno è prevista non prima di settembre 2024”. In Campania sono 245 i treni in circolazione nel 2021 con un’età media di 21,4 anni, lontana dalla media nazionale pari a 15,3 anni, con il 72% dei treni con più di 15 anni di età che dimostrano che esistono davvero troppo “anziani” per circolare e garantire un servizio all’altezza.

In Campania – rileva Pendolaria – pesa ancora l’anzianità del parco rotabile di Eav (ex Circumvesuviana, Sepsa e Metro Campania Nord Est) con 25 anni di media, contro meno di 18 anni per Trenitalia. Diminuisce, così, il numero di persone che prende il treno e sceglie il trasporto pubblico locale, lasciando a casa l’auto: in Campania (-43,9%) si è passati dal picco di 467mila viaggi nel 2011 ai circa 262mila del 2019. Per Legambiente “l’inefficienza del trasporto pubblico campano ha inevitabilmente contribuito a spostare molte persone verso l’uso dell’auto privata, in un contesto, quello napoletano, che già mostrava dati elevatissimi di tassi di motorizzazione”. Sono, infatti, 613 le auto ogni mille abitanti a Napoli, in aumento negli ultimi anni. Lontano da Madrid dove il tasso di motorizzazione è di 480 veicoli ogni mille abitanti, a Londra di 360, a Berlino di 350 e a Parigi di 250. Ennesima bocciatura per l’Eav guidata dal manager Umberto De Gregorio e per il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. Ora lo dicono anche i report: i trasporti qui sono un disastro.

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.