Il Presidente del Consiglio Mario Draghi per circa un’ora ha avuto un colloquio col presidente della Repubblica Sergio Mattarella, salendo al Quirinale dai suoi uffici a Palazzo Chigi subito dopo il voto in Senato, dove è poi tornato a seguito del confronto col capo dello Stato. Secondo alcune indiscrezioni il premier durante il colloquio con Mattarella non avrebbe presentato le sue dimissioni.

A Palazzo Madama è andato tutto come previsto, col sì alla fiducia sul Decreto Aiuti. I numeri: 212 presenti, 211 votanti, 172 favorevoli e 39 contrari. Nessun senatore del Movimento 5 Stelle, come ampiamente annunciato, ha partecipato al voto. Annullato il Consiglio dei ministri previsto inizialmente per le 15:30, rinviato in ‘seconda convocazione’ alle 18:15, dove sono attese sue comunicazioni in merito alla crisi.

“Governo finito? Ci sono i supplementari …”, ha commentato il ministro per lo sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti. Voce della Lega al governo, le sue parole sono da sottolineare perché un’apertura rispetto a quelle del segretario del Carroccio Matteo Salvini che aveva annunciato nei giorni scorsi come con una maggioranza diversa l’unica strada sarebbe stata andare al voto. Il Presidente della Lombardia Attilio Fontana ha parlato dei governatori leghisti sulla stessa linea di Salvini.

Il governo ha i numeri per andare avanti. Lo strappo è extraparlamentare, politico. Draghi in conferenza stampa martedì, dopo l’incontro con Mattarella di lunedì aveva ribadito: “Ho già detto che per me non c’è un governo senza 5s e non c’è un governo Draghi altro che l’attuale”. Le ipotesi tra le più accreditate e trapelate dal Quirinale parlavano di un rinvio alle Camere dell’esecutivo per una nuova fiducia.

E a metterci il carico da novanta è proprio chi la crisi l’ha innescata non votando la fiducia al Dl Aiuti. Giuseppe Conte affronta i cronisti uscendo dal suo appartamento romano e ricorda come il Movimento 5 Stelle abbia sempre dato sostegno al governo, a partire “dalla transizione ecologica e della giustizia sociale. Se poi si crea una forzatura e un ricatto per cui norme contro la transizione ecologica entrano in un dl che non c’entra nulla, noi per nessuna ragione al mondo daremo i voti”.

Quindi l’ex premier scarica le responsabilità altrove: “Se qualcuno ha operato una forzatura si assuma la responsabilità della pagina scritta ieri”. Passi indietro comunque non sono previsti: “Non chiediamo posti, nomine, nulla, ma chiediamo ovviamente di rispettare un programma definito all’inizio: transizione ecologica e urgenza della questione sociale che adesso è esplosa. O ci sono risposte vere, strutturali e importanti opporre nessuno può avere i nostri voti”.

Come ampiamente sottolineato già dalla giornata di mercoledì, il ‘no’ alla fiducia sul Dl Aiuti per i 5 Stelle non implica l’addio al governo. A sottolinearlo nella diretta su La7 di Enrico Mentana è stata la capogruppo grillina Maria Domenica Castellone: “La linea è quella che seguiamo dal non voto in CdM, e poi alla Camera o oggi al Senato, dove abbiamo scelto il non voto nel merito di un provvedimento. Invece c’è tutta la nostra disponibilità a dare la fiducia al governo” in una eventuale verifica “a meno che Draghi non dica che vuole smantellare il reddito cittadinanza o demolire pezzo per pezzo ogni nostra singola misura, dal decreto dignità al cashback”.

Le reazioni

A insistere affinché Draghi continui la sua azione di governo è Matteo Renzi, ex premier e leader di Italia Viva: “La situazione che si è creata pone l’esigenza di lanciare da quest’aula un appello alla responsabilità con un destinatario che è il presidente del Consiglio Mario Draghi e nessun altro. Nulla in questo momento giustifica la fine dell’esecutivo. È legittimo aprire una crisi di governo da parte M5S, ma se si decide di non votare la fiducia allora si firma la lettera di dimissioni di ministri e sottosegretari”, ha detto in aula il senatore.

Apertura, anche se più moderata, a un nuovo governo Draghi anche da Forza Italia. “I numeri dicono che il governo potrebbe proseguire il suo lavoro fine alla fine della legislatura anche senza il M5S. Forza Italia – si legge in una nota del leader Silvio Berlusconi – in continuità con l’atteggiamento di responsabilità che ha sempre contraddistinto la sua azione, attende con rispetto le determinazioni del Presidente Draghi e le indicazioni che darà il Capo dello Stato. È chiaro e innegabile che eventuali elezioni anticipate in un momento così delicato per l’Italia saranno da attribuire unicamente all’atteggiamento irresponsabile dei Cinque Stelle”.

Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia che è il partito principale di opposizione e il primo nei sondaggi, spinge per le urne. “Basta liti e giochi di Palazzo sulla pelle dell’Italia e degli italiani: abbiano il coraggio e la dignità di presentarsi al cospetto dei cittadini”.

La posizione di Grillo

Dopo giorni di silenzi è filtrata anche la linea di Beppe Grillo, rimasto in disparte durante la crisi innescata dal ‘suo’ Movimento 5 Stelle. Secondo l’agenzia AdnKronos, il garante dei 5 Stelle sta sentendo i suoi e anche con Conte i contatti sono continui: il comico genovese sarebbe “in linea totale” col leader del Movimento, a convincerlo “l’insofferenza toccata con mano nel blitz a Roma – spiega un volto noto del Movimento – ha capito che non ne potevamo più. E anche la base: Grillo ha fiuto oltre ad avere un occhio attento sui commenti sui social. Ha capito che la base è insofferente né più né meno di noi parlamentari“.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.