La notizia era nell’aria già da qualche giorno, ma solo ieri è arrivata l’ufficialità: il Governo cambia strategia e, per velocizzare il rilancio dell’ex Italsider di Bagnoli, assegna poteri commissariali al sindaco che i napoletani eleggeranno a breve. «Al sindaco, chiunque egli sia», precisa il premier Mario Draghi in conferenza stampa per sgomberare il campo da ogni possibile equivoco e far capire che la decisione prescinde dall’identità dell’erede di Luigi de Magistris. Una decisione, quella adottata ieri dal Consiglio dei ministri, che incontra il favore di molti addetti ai lavori, sebbene non manchino i distinguo: «Bisogna fare chiarezza sulla bonifica», dice l’ex deputato e sindaco napoletano Riccardo Marone; «Ora più che mai bisogna definire le prospettive per l’intera area occidentale di Napoli», aggiunge l’assessore regionale all’Urbanistica Bruno Discepolo.

Ma andiamo con ordine. Tra pochi giorni scadrà il mandato di Francesco Floro Flores. Ed è stato proprio l’ingegnere napoletano, da ottobre 2018 commissario incaricato della bonifica di Bagnoli, a mettere in guardia dal pericolo di un ennesimo stop al rilancio dell’ex Italsider: «Il piano prevede che le bonifiche vengano completate entro il 2023, ma rimettendo in discussione la strategia finora adottata si rischia di dover ripartire da zero». Niente da fare, il governo Draghi non ha voluto sentire ragioni. E così ha deciso di trasferire i poteri commissariali al prossimo sindaco nella speranza di accorciare i tempi del rilancio e «migliorare la governance», come il premier Draghi ha precisato ieri in conferenza stampa.

A condurre l’operazione, però, è la ministra per il Sud, Mara Carfagna, che presiede la cabina di regia e che si è spesa perché venisse superato quell’articolo 33 dello Sblocca Italia che per la rigenerazione del comprensorio Bagnoli-Coroglio individuava un commissario straordinario e un soggetto attuatore dell’intervento. «Per Bagnoli adottiamo il modello Genova – chiarisce la ministra – Il prossimo sindaco dovrà portare a termine la bonifica. L’incarico sarà vincolato a un cronoprogramma serrato e avrà procedure accelerate esattamente come per le opere previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza». Fin qui Carfagna, secondo la quale l’attribuzione dei poteri commissariali su Bagnoli al prossimo sindaco è anche «un modo per responsabilizzare maggiormente l’amministrazione comunale napoletana». Ma che cosa ne pensano gli addetti ai lavori? «Non avendo mai condiviso la legge sul commissariato straordinario che si è rivelata una inutile – spiega Riccardo Marone – non posso che condividere questa mossa del Governo.

Il sindaco è pur sempre il responsabile dell’urbanistica sul territorio comunale». Per l’ex primo cittadino di Napoli, però, c’è un nodo da sciogliere ed è quello della bonifica dei suoli: «Direttore dei lavori, commissione di collaudo, Arpac e Città metropolitana hanno certificato che la gran parte dei suoli di Bagnoli è stata bonificata, ma tutto ciò è stato messo in discussione da una perizia in un processo penale. Delle due l’una: se è stato certificato il falso, bisogna perseguire chi ha commesso questo reato; altrimenti, non ha senso spendere altri 300 milioni di euro per una bonifica inutile. Floro Flores avrebbe dovuto fare chiarezza, ma non l’ha fatta. Il prossimo sindaco dovrà risolvere questo rebus, altrimenti per Bagnoli non si faranno passi avanti».

Opinione condivisa anche dalla Regione. Se qualche giorno fa è stato il presidente Vincenzo De Luca a parlare di Bagnoli come di una «vergogna mondiale», ora è l’assessore Discepolo a bocciare l’operato del commissario: «Il deficit di governance ha reso obbligata la decisione del Governo. Anzi, forse sarebbe stato opportuno provvedere prima in tal senso». Ora, per l’assessore regionale all’Urbanistica, la sfida da affrontare è quella delle prospettive per Bagnoli: «Con il concorso di idee è stato fatto un passo in avanti: c’è un vincitore, c’è la volontà di accelerare sul rilancio, ma servono progetti convincenti. Bisogna abbandonare quella prospettiva limitata per la quale Bagnoli è solo il confine occidentale di Napoli e cominciare a pensare a quell’area come al cuore della Città metropolitana di Napoli, con una vocazione non solo turistica ma anche abitativa e con la capacità di valorizzare le eccellenze in campo accademico, sportivo e termale che essa offre».