Morire di carcere. È successo ancora. È accaduto nel penitenziario di Secondigliano. Un detenuto 72enne, Salvatore, originario del quartiere Sanità, è stato stroncato da un malore. All’improvviso si è piegato su se stesso, è caduto a terra. I soccorsi sono stati tempestivi. Anche gli altri detenuti e gli agenti della polizia penitenziaria hanno provato a prestare aiuto, ma è stato tutto inutile. Per il detenuto non c’è stato nulla da fare. Ennesimo dramma. L’uomo soffriva di problemi cardiaci ed era ricoverato nell’infermeria del carcere.

La domanda che sorge è questa: perché una persona anziana e malata era reclusa in carcere? Possibile che non ci fosse altro modo per fargli scontare la pena? Le carceri di Poggioreale e di Secondigliano sono particolarmente piene di detenuti ultrasettantenni e ultraottantenni (a Poggioreale ce n’è anche uno novantenne addirittura): devono morire tutti in carcere? È questa quella che noi tutti chiamiamo giustizia? La questione è stata al centro di tante battaglie del garante regionale Samuele Ciambriello, insieme alla battaglia per il diritto alla salute in cella h24. «Sia a Poggioreale che a Secondigliano mancano medici di reparto», denuncia Ciambriello. E con il 72enne deceduto ieri a Secondigliano, sale a otto il numero delle morti di carcere dall’inizio dell’anno: due sono morti suicidi, cinque per cause naturali e una morte è ancora al centro delle indagini della Procura di Salerno.

«Tutte queste morti devono far comprendere il lato oscuro del carcere», aggiunge Ciambriello. I familiari del 72enne morto a Secondigliano hanno contattato anche il garante dei detenuti di Napoli, Pietro Ioia. «Non sembra che ci siano stati ritardi negli interventi, in tanti mi hanno detto che il detenuto è stato prontamente soccorso, purtroppo non è stato possibile salvarlo. È una notizia che addolora», commenta il garante cittadino. Ed è una notizia che riporta sotto i riflettori la vita all’interno delle celle, soprattutto in questo periodo. L’afa appesantisce ogni movimento, la poca aria che filtra dalle piccole finestre della cella sembra non bastare nemmeno per respirare e tenersi in vita. «La situazione nel carcere di Secondigliano è la stessa che si vive in tutte le carceri – spiega Pietro Ioia – . La polizia penitenziaria, che già normalmente scarseggia, ora è ridotta ulteriormente perché molti agenti sono in ferie. Si arranca e le istituzioni si disinteressano di questi problemi».

Ci risiamo. Come ogni volta che ci scappa un morto, come ogni volta che accade un dramma, ci troviamo a fare l’elenco delle criticità ma poi nulla cambia. Secondo i dati ministeriali aggiornati al mese scorso, nelle carceri campane si contano 6.687 detenuti. Circa un terzo è recluso nel carcere di Poggioreale, 2.231 presenze che equivalgono a circa 700 detenuti in più rispetto a quelli che la struttura può ospitare. Anche a Secondigliano le celle sono sovraffollate, seppure in percentuale minore: si contano 1.122 detenuti a fronte di una capienza di 1.075 posti. Mentre nel carcere femminile di Pozzuoli, tanto per prendere come riferimenti le maggiori strutture penitenziarie della città di Napoli, si contano 157 detenute a fronte di una capienza di 105 posti.

Nelle celle si boccheggia. E la tensione è più alta del solito. Anche i rischi sono più accentuati, come quello di sentirsi male o di compiere gesti estremi. Proprio ieri a Torino un detenuto si è tolto la vita e il sindacato della polizia penitenziaria ha sottolineato in una nota proprio questa criticità: «L’estate si conferma la stagione problematica da gestire nelle carceri. Il personale di sostegno psicologico come quello sanitario – sottolinea il sindacalista Aldo Di Giacomo – in genere ha numeri ridotti e non riesce a far fronte all’assistenza ancor più necessaria negli ultimi due anni di Covid». «Uno Stato che non riesce a garantire la sicurezza del personale e dei detenuti – conclude – testimonia di aver rinunciato ai suoi doveri civici»,

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Napoletana, laureata in Economia e con un master in Marketing e Comunicazione, è giornalista professionista dal 2007. Per Il Riformista si occupa di giustizia ed economia. Esperta di cronaca nera e giudiziaria ha lavorato nella redazione del quotidiano Cronache di Napoli per poi collaborare con testate nazionali (Il Mattino, Il Sole 24 Ore) e agenzie di stampa (TMNews, Askanews).