I motori sono spenti, le ali non tagliano più l’aria e i check-in restano deserti: il nostro cielo non è mai stato così vuoto. Secondo uno studio dell’Istat sull’andamento del trasporto aereo, nel marzo del 2019 ad allacciare le cinture e a decollare dall’aeroporto di Capodichino sono stati 10 milioni e 860mila passeggeri, a marzo 2020 solo 127mila. Un calo vertiginoso dell’82% che spiega quanto Napoli sia stata colpita dalla paralisi dovuta al Covid-19. La Società di gestione dell’Aeroporto di Napoli (Gesac) ha precisato che la prima significativa flessione del traffico di passeggeri si è delineata nei primi dieci giorni di marzo, quando lo scalo di Napoli presentava già il 50% in meno di viaggiatori rispetto alla stessa decade dell’anno scorso. Subito prima del capoluogo partenopeo, ora troviamo Roma, Palermo e Catania che hanno registrato un calo delle presenze pari all’81 per cento.

In ginocchio Venezia: dall’aeroporto Marco Polo nel 2019 si preparavano a volare 11 milioni e 562mila persone, a marzo 2020 solamente 80mila hanno percorso la scaletta che porta all’interno del velivolo per un calo di presenze del 90%. Anche Bergamo registrava 13 milioni e 857mila passeggeri nel 2019 e a marzo di quest’anno appena 100mila. Un crollo del 90,2%, quindi, per l’aeroporto di Orio al Serio. All’interno dello scenario europeo l’Italia è il quinto Paese per numero di passeggeri trasportati, preceduta nell’ordine da Regno Unito, Germania, Spagna, Francia, e si colloca addirittura al secondo posto, preceduta solamente dalla Spagna, se si fa riferimento al trasporto di passeggeri sul territorio nazionale.

Peccato, perché i primi dati registrati nel mese di gennaio lasciavano ben sperare: gli oltre 12,5 milioni di passeggeri transitati negli aeroporti nazionali rappresentavano un incremento del 4,1% rispetto al 2019. L’emergenza Covid-19 ha interrotto bruscamente l’evoluzione positiva del settore, facendolo precipitare in una crisi senza precedenti. E così da poco meno di 460mila passeggeri in arrivo e partenza negli aeroporti italiani di domenica 23 febbraio 2020, si è passati ai 6mila e 800 di domenica 29 marzo. Rispetto allo scorso anno, nel mese di marzo sono stati cancellati due voli su tre (66,3%) e i passeggeri sono diminuiti dell’85% (da circa 14 milioni a poco più di 2 milioni). Insieme al trasporto aereo c’è un altro settore che sta precipitando, quello del turismo.

In Campania l’impatto del virus si preannuncia disastroso. Basti pensare che uno studio del 2018 aveva accertato che in un anno i turisti stranieri spendevano circa un miliardo e 800 milioni di euro nella nostra Regione. Appena tre mesi fa la Campania ha registrato un boom di visitatori e a marzo dell’anno scorso vantava di essere il luogo più visitato del Mezzogiorno. Ma un fulmine a ciel sereno ha rovinato la magia, due mesi fa a Napoli l’80% delle strutture ricettive ha chiuso i battenti e la città è caduta in un silenzio spettrale. Con la fase 2 si spera di poter recuperare almeno un quarto della stagione estiva, visto che le associazioni di categoria del turismo contano già mancati incassi per ben due miliardi di euro.