Un eventuale ricorso anticipato alle urne il prossimo ottobre, una soluzione possibile dopo la crisi politica innescata dal Movimento 5 Stelle col mancato voto di fiducia sul Dl Aiuti che ha spinto il premier Mario Draghi a presentare le dimissioni (respinte da Mattarella, che lo ha rimandato alle Camere mercoledì), vedrebbe il centrodestra prevalere in tre scenari su cinque.

A sottolinearlo oggi è Nando Pagnoncelli, direttore di Ipsos, tracciando delle simulazioni di voto in base alle possibili leggi elettorali: l’attuale Rosatellum o un proporzionale con soglia di sbarramento al 4 per cento, anche se al momento non sembrano esserci i tempi tecnici per attuarla se Draghi confermerà mercoledì 20 luglio le dimissioni irrevocabili. Sullo sfondo, da non dimenticare, il drastico taglio ai parlamentari: a Palazzo Madama i posti sono 200, a Montecitorio il doppio.

Come detto, in tre scenari su cinque la vittoria andrebbe al centrodestra, ma in ogni simulazione non vi è spazio in nessuna delle coalizioni per Insieme per il futuro di Luigi Di Maio. Nel primo il centrodestra unito contro gli ex giallo-rossi di PD, M5S e sinistra vedrebbe i primi ottenere 211 seggi a 157 alla Camera e 106 a 76 al Senato. I restanti seggi andrebbero a Italexit e alle liste centriste di +Europa/Azione e Italia Viva/Italia al Centro.

Nel secondo scenario l’area centrista vedrebbe al suo interno anche Forza Italia: in questo caso il Parlamento sarebbe privo di una maggioranza assoluta, col centro da ago della bilancia con 39 deputati e 19 senatori.

Il terzo scenario vede invece l’ampliamento delle due coalizioni: due forze centriste a destra contro il ‘campo largo’ lettino. In questo caso la destra ‘allargata’ avrebbe un vantaggio di due deputati e di un senatore, ma vincerebbe lo stesso.

Il quarto scenario considera i 5 Stelle fuori dalla coalizione col PD e sinistra. In questa simulazione di Ipsos si produrrebbe la maggioranza più netta a favore del centrodestra che si affermerebbe con 244 deputati (contro 109 del centrosinistra) e 124 senatori (contro 50).

Quinto e ultimo scenario è quello che prevede una legge elettorale proporzionale con soglia di sbarramento al 4%: sommando i seggi delle due principali coalizioni non ci sarebbe maggioranza assoluta e ciò lascerebbe spazio ad alleanze e formule di governo di altro tipo.

In ogni caso, spiega Pagnoncelli, molti dei collegi oggi sono da considerarsi contendibili perché la differenza tra le coalizioni è inferiore al 5%. Molto quindi, se non tutto, dipenderà dalle candidature in ogni collegio

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia