L'appello
Firma digitale per i referendum, perché vogliono cancellare la riforma storica

Ricordate la firma digitale sui referendum, grande novità dell’estate scorsa che aveva caratterizzato le campagne eutanasia e cannabis? Non è passato neanche un anno e questa storica riforma rischia di venire cancellata da un intervento del Ministro Vittorio Colao, che renderà le firme con SPID del tutto inefficaci nella piattaforma pubblica di raccolta firme che il governo sta preparando.
È quanto si apprende dalle dichiarazioni del Ministro per la Transizione Digitale (o in questo caso della Regressione Burocratica, verrebbe da pensare), che in risposta a un’interrogazione del deputato Riccardo Magi, ha affermato che “il dettato normativo garantisce solo la digitalizzazione della raccolta della firme, che è il segmento iniziale del processo di promozione dell’iniziativa, ma non consente una completa digitalizzazione, estesa per esempio all’autenticazione delle firme o alla raccolta dei certificati elettorali, disciplinati ancora in maniera analogica”. In altre parole, le firme digitali saranno completamente inutili, perché i passaggi per renderle valide dovranno avvenire di persona.
Senza questa possibilità, è il diritto stesso al referendum ad essere messo in discussione. È quanto ci dice persino l’ONU nella decisione Staderini-De Lucia vs Italy, che ha condannato l’Italia per gli “ostacoli irragionevoli” previsti dalla legge sulla raccolta delle firme: ostacoli che solo il digitale ci aveva permesso di superare (parzialmente), e che senza la firma con SPID tornerebbero a farla da padrone, in spregio al diritto internazionale e ai diritti politici dei cittadini. L’Associazione Luca Coscioni non è rimasta a guardare: nostri attivisti hanno iniziato da quattro giorni un digiuno e sono quotidianamente in presidio sotto il Ministero di Colao per chiedere di non cancellare la firma con SPID. Nel frattempo, 40mila persone hanno firmato sul sito dell’Associazione l’appello “Giù le mani sulla firma digitale sui referendum”. Un’azione di pressione che è valsa un incontro concordato per oggi alle 14h30 col Ministro Colao: un momento di confronto decisivo dove saranno consegnate le firme all’appello. Parallelamente, autorevoli voci del mondo accademico si oppongono alla controriforma in atto. In calce, il testo del loro appello per salvaguardare la democrazia, offerto a Il Riformista.
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Ill.mo Presidente della Repubblica
Ill.mo Presidente del Consiglio,
Ill.ma Ministra Marta Cartabia
Ill.mo Ministro Vittorio Colao
La democrazia italiana, come dimostrano dati elettorali e numerose ricerche, non vive un periodo felice. È evidente come il divario fra classe politica e cittadinanza si vada ampliando. Quel che occorre – e che sta avvenendo in molti Paesi occidentali – è un forte, deciso investimento in istituti, metodi e tecnologie che favoriscano la partecipazione informata delle persone. Siamo dunque a sottolineare con preoccupazione come, se da un lato, per scarsa attenzione politico-istituzionale, stentino a decollare iniziative come le Assemblee di Cittadini e Cittadine, su cui si è fondata la recente Conferenza sul Futuro dell’Europa, dall’altro la firma digitale per la raccolta referendaria, unica riforma che aveva consentito di recente una significativa partecipazione democratica, venga oggi pesantemente depotenziata. Abbiamo appreso da una dichiarazione pubblica del Ministro per l’Innovazione tecnologica, Vittorio Colao, che il Governo Draghi ha in programma di azzerare la riforma sulla firma digitale che abbiamo conquistato l’anno scorso, grazie ai referendum eutanasia e cannabis.
Se non fermiamo subito questo atto grave, tra poco non sarà più possibile firmare i referendum con SPID, come già 999.860 cittadini avevano fatto nella scorsa estate.
Chiediamo al Governo, in particolare al ministro Vittorio Colao, di bloccare la cancellazione della firma digitale per i referendum, e di attivare la piattaforma digitale gratuita per la presentazione e la sottoscrizione di iniziative popolari e di democrazia diretta. Quanto risposto dal Ministro Colao a una recente interrogazione del deputato Magi, non rispetta a nostro avviso gli impegni presi per legge a seguito di un preciso intervento nei confronti dell’Italia delle Nazioni unite nell’ambito del caso “Staderini/De Lucia vs Italy”... Le parole del Ministro evidenziano che la piattaforma garantisce solo la sottoscrizione delle firme, ma non consente una completa digitalizzazione, estesa almeno all’autenticazione delle stesse o alla raccolta dei certificati elettorali: processi che sono disciplinati ancora in maniera analogica, ingiustificatamente ed incomprensibilmente nel XXI secolo.
In un momento in cui il Governo afferma di promuovere in ogni settore pubblico la transizione verso il digitale, appare in effetti assurdo ed incomprensibile tenere esclusi da questa innovazione i diritti politici dei cittadini. Siamo qui a chiedere che lo spirito e la lettera della Costituzione in materia di uguaglianza e partecipazione dei cittadini, e della norma sull’attuazione della firma digitale non vengano traditi in maniera così patente e che sia attivata al più presto la piattaforma gratuita per la presentazione e la sottoscrizione di iniziative popolari e di democrazia diretta. Ci auguriamo che possa prevalere un atteggiamento di apertura ed inclusione delle istituzioni repubblicane alle istanze sociali: è di questo che ha urgente bisogno la democrazia italiana per non deteriorarsi ulteriormente, con esiti imprevedibili.
Stefano Sotgiu – Dott. e Presidente Prossima Democrazia; Michele De Luca – professore di Biochimica e direttore del Centro di Medicina Rigenerativa “Stefano Ferrari” dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia; Stefano Quintarelli – imprenditore e informatico italiano; Filomena Gallo – Segretario Associazione Luca Coscioni; Sonia Bussu – Prof. Manchester Metropolitan University; Rodolfo Lewanski – già professore associato presso il Dipartimento di Scienza Politica della Università di Bologna; Alessandro Pluchino – Professore associato di fisica teorica, metodi e modelli matematica; Andrea Rapisarda – è Professore associato di Fisica Teorica presso l’Università di Catania.
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