Il numero dei positivi all’interno del reparto Nilo del carcere di Santa Maria Capua Vetere continua ad aumentare. Nell’ultima settimana si è passati da dodici a quarantuno detenuti positivi, più cinque agenti della polizia penitenziaria contagiati. Eppure, da giorni non si effettuano colloqui, i detenuti parlano con i familiari soltanto con videochiamate, e i positivi vengono tempestivamente isolati. «Il carcere è un luogo a rischio, lo diciamo da tempo» tuona il garante campano dei detenuti, Samuele Ciambriello, che torna a chiedere ristori per i reclusi e per il personale che lavora all’interno degli istituti di pena e più diritto alla salute anche per chi vive dietro le sbarre.

Un tema antico, un problema che si fa fatica a risolvere. Il reparto del carcere casertano dove si stanno moltiplicando i contagi è il reparto Nilo, triste coincidenza perché è il reparto dove il 6 aprile 2020 si verificarono i drammatici pestaggi per i quali un centinaio, fra agenti e funzionari della polizia penitenziaria, sono sotto inchiesta e in attesa di processo. E c’è di più, mentre in carcere ci si ammala, anche di Covid, nelle sedi di Governo si pensa di utilizzare i fondi del Pnrr per costruire un nuovo padiglione nel carcere sammaritano. «Bisognerebbe piuttosto pensare a come svuotare le celle e ricorrere al carcere davvero come extrema ratio», dice Ciambriello. La questione carceraria, dunque, non è semplice. Non lo è in questi giorni di tensione sociosanitaria dove l’agitazione e le paure di tutti sembrano scompaginare, come sottolineato dal garante, quelle che dovrebbero essere le priorità della comunità.

Tra queste, la tutela delle fragilità umane secondo il dettato costituzionale che assegna alla pena una funzione rieducativa e non afflittiva. Il mondo penitenziario finisce così per essere un luogo in cui i più deboli lo sono ancora di più e i più forti proteggono con maggiore vigore le proprie sicurezze. Costituzione. «Continuiamo a raccogliere le sofferenze dal sistema di esecuzione penale, stressato fino alla decomposizione da quest’emergenza sanitaria: in Campania ci sono 6732 detenuti (336 donne, 917 stranieri, 152 semiliberi). Le carceri del nostro Paese vivono uno stato di eccezione permanente da molti anni – conclude il garante – complice di questo ‘eterno ritorno’ che è l’estensione ipertrofica dell’area penale che ha periodicamente aumentato gli ingressi e le permanenze nelle strutture detentive, nonostante la consistente diminuzione dei reati. Sono ormai in affanno tutte le articolazioni del sistema penale».

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Napoletana, laureata in Economia e con un master in Marketing e Comunicazione, è giornalista professionista dal 2007. Per Il Riformista si occupa di giustizia ed economia. Esperta di cronaca nera e giudiziaria ha lavorato nella redazione del quotidiano Cronache di Napoli per poi collaborare con testate nazionali (Il Mattino, Il Sole 24 Ore) e agenzie di stampa (TMNews, Askanews).