La targa nel Bosco di Capodimonte
Foibe, il giorno del ricordo: quando Napoli accolse migliaia di profughi

Tra il 1943 e il 1947 per mano dei partigiani jugoslavi titini, comunisti leninisti e stalinisti a pieno titolo, venne scritta una pagina decisamente tragica della nostra storia, a lungo rimasta più o meno nel silenzio finché, il 30 marzo del 2004, non fu istituito il “Giorno del Ricordo”, che da allora si celebra il 10 febbraio di ogni anno.
La drammatica vicenda dell’esodo di italiani di Istria, Fiume e Dalmazia a seguito della vittoria militare della Jugoslavia di Tito, divenne non solo una violenta reazione post bellica, ma assunse atrocemente i caratteri di una vera e propria pulizia etnica. Le vittime di tale eccidio sono ad oggi stimate in circa 10mila persone che furono gettate, legate l’una all’altra a decine con il fil di ferro, nelle foibe, grandi e profondissime caverne verticali tipiche della regione carsica del Friuli Venezia Giulia e dell’Istria. Una morte atroce che arrivava tra le urla strazianti di donne, uomini, anziani e bambini, anche dopo giorni di sofferenza immane.
A seguito di quelle efferate violenze senza pietà alcuna, vi fu un grande esodo, circa 400mila profughi, presso città grandi e piccole della penisola a sud di quegli eventi.
Anche Napoli e i napoletani, accoglienti e di cuore come sempre, ospitarono in alcuni campi profughi i loro connazionali che scappavano da quegli orrori portando con loro le poche cose che riuscirono a mettere insieme nelle fretta di scappare dalla certezza della morte.
Nel 1947, il più grande dei tre campi napoletani venne realizzato nel parco di Capodimonte dove fu costruita una baraccopoli che accolse circa mille esuli che vennero accolti e assistiti anche dai residenti dei quartieri di Miano e Capodimonte adiacenti al Parco. Negli anni a venire tanti dei mille si integrarono con la città trovando lavoro e abitazioni dignitose e altri si trasferirono in altre città.
A memoria delle migliaia di vittime di quel martirio e dei profughi scampati alla morte, ma feriti nell’animo, che trovarono accoglienza e solidarietà vera e sincera in terra napoletana, fu posta, nel 2006 una targa a loro ricordo nei pressi della quale, ogni dieci febbraio, viene celebrato il Giorno del ricordo alla presenza delle autorità cittadine e militari che depongono, solennemente, una corona di alloro a imperitura memoria. La Targa si trova nei pressi dell’ingresso della “porta di Miano” sotto un bellissimo albero di magnolia.
Per la prima volta, il 10 febbraio del 2022, un sindaco ha partecipato alla commemorazione, Gaetano Manfredi, neo primo cittadino non volle mancare a differenza del precedente sindaco che mai ha partecipato direttamente alle celebrazioni. C’è chi resta condizionato da dubbie ideologie e c’è chi pensa che per definirci uomini liberi non possiamo dirci soltanto antifascisti ma si rende necessario definirci pienamente antitotalitari, condannando in modo fermo e deciso tutti gli orrori dei regimi, passati e presenti. Tutti.
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