Don Matteo Zuppi non è solo il Cardinale Arcivescovo di Bologna. Non è solo il Presidente della Cei. Non è solo lo storico parroco di Trastevere e l`animatore della comunità di Sant`Egidio. Non è solo un punto di riferimento di questo Paese anche per i laici, non solo per i cattolici.

Don Matteo è anche l’uomo delle missioni impossibili. Nel 1990 fu tra i protagonisti della pace in Mozambico. In queste ore è a Kiev su mandato diretto di Papa Francesco. Nell’articolo redatto dal bravo Lorenzo Vita, raccontiamo le opportunità e le difficoltà della complicatissima iniziativa vaticana.

E lo stesso Zuppi ha messo le mani avanti: “vado soprattutto per ascoltare” spegnendo gli entusiasmi di chi immagina vicina la fine del conflitto. Ma la verità è che se c`è uno capace di compiere un altro capolavoro diplomatico come quello del Mozambico è proprio il cardinal Zuppi. Anzi, don Matteo. È così che lui vuole essere chiamato: don Matteo.

Lo sappiamo: gli italiani sono abituati ad associare questo nome a una fortunata serie televisiva. Chissà che grazie allo sforzo di tutti – nelle prossime settimane – questo nome non evochi anche una pace che ad oggi sembra un miraggio impossibile. Una pace giusta, come ribadisce Kiev. Ma una pace che don Matteo può aiutare con pazienza e saggezza a costruire.

Matteo Renzi

Autore