Piove sul bagnato. È incredibile: in questa drammatica situazione in cui versa la giustizia, aggravata dalla pandemia e dallo smart working, due rappresentanze sindacali dei lavoratori dell’ufficio del giudice di pace di Napoli comunicano che, a decorrere dal mese di febbraio 2021, il carico di lavoro esigibile non potrà superare il numero di trenta sentenze da pubblicarsi, mensilmente, per ciascun magistrato.

Eppure l’ufficio è già in ginocchio a causa di aule fatiscenti e insufficienti dove mancano, oltre a funzionari e cancellieri, proprio i giudici: a dieci di essi non è stato rinnovato l’accordo scaduto lo scorso 31 dicembre. In quello stesso ufficio devono essere ancora scaricate più di mille pec spedite nel 2020 attraverso le quali gli avvocati hanno preiscritto, come da protocollo, le cause dei cittadini per la tutela dei loro diritti. Gli stessi avvocati non hanno ancora ricevuto risposta in ordine alla possibilità di depositare il relativo fascicolo di parte e ottenere la tanto agognata iscrizione a ruolo. Allo stesso modo non sono state scaricate più di un mille pec inviate per lo stesso motivo dagli avvocati in queste prime settimane del 2021.

Sempre nell’ufficio del giudice di pace, le cause iscritte nel lontano mese di luglio dello scorso anno non sono state ancora portate in cancelleria. Ancora, in quello stesso ufficio, le cancellerie ricevono per appuntamento che deve essere chiesto e concesso a mezzo pec, sistema andato in tilt più volte, anche semplicemente a causa delle caselle di posta elettronica ormai strapiene. Sembra una barzelletta. Nel 1991 il legislatore decise di istituire la figura del giudice di pace, che divenne operativa a partire dal 1995, per perseguire l’obiettivo di un processo celere e semplificato, da un lato, e, dall’altro lato, di allievare le fatiche dei magistrati togati.

Dopo 22 anni, nel 2017, con la riforma Orlando il legislatore ha preso atto del fallimento del progetto, visto che la durata dei processi davanti ai giudici onorari è notevolmente aumentata. L’assurdo è che quel testo sia destinato a entrare in vigore solo nel 2021, a quattro anni dall’approvazione, e che sia accompagnato da un ulteriore ampliamento delle competenze per valore e per materia del giudice di pace. Del resto questo ufficio è stato sempre considerato di serie B e non ha ricevuto nemmeno le risorse indispensabili per attuare, come è invece successo altrove, il processo telematico. Anzi, in alcuni territori è stato addirittura soppresso (per esempio a Portici e a Pozzuoli) lasciando ai singoli Comuni la possibilità di tenerli in vita a proprie spese, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.