Dopo settimane di trattative, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky avrà, anche se non si sa ancora quando, gli aerei da combattimento F-16: per la precisione 42 dall’Olanda (dato non ancora confermato dal presidente Mark Rutte) e 19 dalla Danimarca (dato confermato dalle autorità danesi). Una “decisione storica” ha commentato lo stesso leader di Kiev, in visita oggi in una base aerea di Eindhoven, dopo l’annuncio di Danimarca e Paesi Bassi dell’imminente invio dei caccia dopo il via libera di venerdì 18 agosto degli Stati Uniti arrivato nei giorni scorsi.
“Questo è un altro passo verso il rafforzamento dello scudo aereo dell’Ucraina” ha aggiunto nel corso della conferenza stampa con il primo ministro olandese Mark Rutte. Quest’ultimo ha spiegato a Zelensky che gli aerei saranno consegnati una volta soddisfatte alcune condizioni, che non ha specificato.

“Sono grato a tutti i nostri partner europei. La sicurezza è la base della formula di pace del presidente” ucraino Volodymyr Zelensky e gli “F-16 sono parte integrante di questa sicurezza” ha sottolineato sui social Andriy Yermak, capo dell’ufficio del presidente Zelensky.

Presidente ucraino che, accompagnato dalla moglie Olena, è ripartito alla volta della Danimarca dove, nella base militare di Skrydstrup, dove sono basati gli aerei danesi F-16, farà il punto della situazione con i vertici del governo di Copenaghen. “Continuiamo a lavorare per rafforzare l’Ucraina e proteggere il nostro popolo. Incontrerò la prima ministra Mette Frederiksen, la famiglia reale, i leader di partito, i membri del Folketing (il Parlamento danese ndr) e i rappresentanti del mondo economico danese” ha annunciato Zelensky.

IL NUMERO DI CACCIA A KIEV – “Mark Rutte e io abbiamo concordato il numero di F-16 che verranno forniti all’Ucraina, dopo aver addestrato i nostri piloti e ingegneri. 42 aerei. E questo è solo l’inizio. Grazie, Olanda!” ha precisato Zelensky in un messaggio su Telegram. Le sue parole tuttavia non hanno trovato conferma nello stesso Rutte secondo cui il numero di caccia che verranno inviati in Ucraina verrà deciso dopo colloqui con gli alleati. La Danimarca, invece, ha annunciato che invierà 19 caccia F-16 all’aeronautica ucraina.

F-16 che arriveranno nelle prossime settimane e che saranno una ulteriore arma per l’Ucraina nella guerra che va avanti dal febbraio 2022 e che sta vivendo una fase di stallo, con la controffensiva di Kiev che non ha sortito gli effetti sperati, creando non pochi malumori nei Paesi alleati, a partire dagli Stati Uniti. Una guerra che rischia di durare anni perché – spiega il Wall Street Journal – nessuno dei due attori principali ha degli obiettivi politici chiari e raggiungibili. A partire da Kiev che mira a ripristinare l’integrità territoriale ma questo, a causa della controffensiva poco esaltante, appare un obiettivo lontano, anche ‘grazie’ ai limiti del sostegno occidentale. Gli obiettivi di Vladimir Putin sono “più elastici e vanno da ambiziosi piani imperiali a più limitate conquiste di territorio. Il suo obiettivo di lungo termine di riportare l’Ucraina sotto Mosca appare ora irrealistico”.

A tornare a parlare di “pace giusta”, cosa poco gradita a Zelensky, è il cardinale Matteo Zuppi, già inviato da Papa Francesco sia a Kiev che a Mosca (e negli Stati Uniti). Secondo Zuppi “la pace richiede la giustizia e la sicurezza. Non ci può essere una pace ingiusta anche perché sarebbe la premessa per la continuazione dei conflitti. Deve essere una pace giusta. E non dimentichiamo che c’è un aggressore e un aggredito”. Intervenuto al Meeting di Rimini, il presidente della Cei spiega che quella in Ucraina “deve essere una pace sicura che possa permettere alle persone di guardare con fiducia al futuro e la sicurezza richiede sempre il coinvolgimento di tutti. Se vuoi la pace prepara la pace. E’ questo il grande impegno che dobbiamo cercare con responsabilità”.

Questo significa non “tradire le ragioni e accettare una pace ingiusta, ma trovare una pace giusta non attraverso le armi ma con il dialogo. È indispensabile farlo in questa tragica guerra in Ucraina”, conclude Zuppi. Lo stesso Papa Francesco, nell’Angelus domenicale, ha rivolto una preghiera “per tutte le popolazioni ferite da guerre e violenze, specialmente per l’Ucraina che da tanto tempo soffre. Seguo con preoccupazione quanto sta accadendo in Niger, mi unisco all’appello dei vescovi in favore della pace nel Paese e per la stabilità nel Sahel – ha detto Francesco – Accompagno con la preghiera i discorsi della comunità internazionale per trovare al più presto una soluzione pacifica per il bene di tutti”.

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