Il centrodestra ha siglato l’accordo. Sarà il partito della coalizione di centrodestra che prenderà più voti a decidere il premier, e questo partito – a occhio – sarà Fratelli d’Italia e quindi il premier lo deciderà Giorgia Meloni e – sempre a occhio – sceglierà se stessa (anche se gira anche il nome di Tremonti). E siccome i sondaggi dicono che il centrodestra dispone di oltre il 46 per cento dei voti, e dunque conquisterà almeno i due terzi dei collegi uninominali (cioè quasi 150) e quindi otterrà largamente la maggioranza assoluta dei seggi a camera e Senato, la campagna elettorale è già conclusa.

Qualche incertezza sui rapporti di forza interni allo schieramento di maggioranza, qualche possibilità per il centrosinistra di recuperare un pugno di seggi, ma niente di più. Il governo sarà il primo governo a guida della destra-destra di tutta la storia repubblicana, e sarà anche il primo governo a guida femminile, e il Pd dovrà prepararsi a una lunga opposizione, insieme a Calenda, a Renzi, a Fratoianni e qualcun altro.

E tuttavia… Tuttavia ai più vecchi torna alla mente un inverno di quasi trent’anni fa quando il capo dell’ex Pci (che da poco più di un anno si era trasformato in Pds) Achille Occhetto annunciò la vittoria elettorale del centrosinistra e annunciò anche di essere alla guida di una gioiosa macchina da guerra.

Qualche giorno dopo un imprenditore del Nord che possedeva un paio di televisioni annunciò che formava un partito. Risolini. Lui formò davvero un partito, si alleò con gli ex fascisti di Fini e con la Lega Nord di Bossi e vinse le elezioni, nello sconcerto generale. Sono cose irripetibili? Vedremo. Le campagne elettorali sono tutte imprevedibili. E ancor più imprevedibile è quel che succede dopo una campagna elettorale. Sicuri che il centrodestra dopo il 25 settembre resterà unito? Sicuri che la gioiosa macchina da guerra guidata da Giorgia spianerà tutti gli ostacoli?

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.