Lo scenario
Il gelo di Meloni su SpaceX. Musk vuole parlare con Mattarella: bocche cucite al Quirinale
Balboni (FdI) al Riformista: «Un’alternativa europea ai satelliti di Musk». Il leghista Bergesio lancia l’idea del Gruppo italiano come nuovo player

A inizio gennaio il blitz di Giorgia Meloni a Mar-a-lago, poi le voci su un maxi-accordo da 1,5 miliardi con Elon Musk, infine le secche smentite. E adesso il gelo. Perché è la stessa presidente del Consiglio a nutrire forti dubbi. Quel possibile contratto di cinque anni tra Italia e SpaceX, per la fornitura di servizi di telecomunicazione attraverso i satelliti Starlink, sembra ormai un lontano ricordo. E non a caso il gelo si registra, a microfoni spenti, anche all’interno di Fratelli d’Italia: non si può affidare la nostra sicurezza nazionale a chi minaccia il disimpegno degli Stati Uniti, è il ragionamento che circola all’interno del partito. Specialmente dopo le parole di mister Tesla sull’Ucraina.
Il commento di Balboni
Non a caso il senatore meloniano Alberto Balboni – contattato dal Riformista – frena, considerando anche le prospettive che si stanno aprendo a livello europeo. «Da profano dico solo che, secondo me, nell’ambito di una Difesa comune europea sarebbe molto più preferibile un’alternativa europea», dichiara il presidente della Commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama, che comunque tiene a precisare di non essere «competente in materia». Meno diplomatico è l’avvertimento lanciato da Raffaele Nevi, portavoce di Forza Italia: «Non deve essere assolutamente una scelta basata sull’emotività della politica, e cioè non legata all’amicizia con Musk. Bisogna prendere una decisione senza farsi trascinare dalla tifoseria pro o contro Musk».
Mentre a Roma crescono i dubbi sull’opzione Starlink, il Financial Times riferisce che Musk avrebbe chiesto di incontrare il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Sarebbe un onore parlarci», ha scritto il fondatore di X. Al momento, però, bocche cucite al Quirinale. Mentre Matteo Salvini si espone a favore di un possibile faccia a faccia al Colle tra Elon e il capo dello Stato: «Non faccio io la loro agenda, ma sarebbe un incontro stimolante». E coglie la palla al balzo per ribadire la posizione della Lega: «Se Starlink connette mezzo mondo, non vedo perché la sinistra debba dire pregiudizialmente di no».
Una copertura telecomunicativa e satellitare potrebbe essere utile alla Difesa nazionale, certo, ma la postura americana provoca enormi timori e perplessità. Ecco perché è spuntata l’ipotesi della francese Eutelsat. Rispetto al concorrente paga una tecnologia più vecchia e ricevitori più pesanti, ma una parte dei fondi che l’Unione europea è pronta a stanziare per la Difesa potrebbe essere usata per far sì che il sistema – nel giro di qualche mese – diventi una valida alternativa a Starlink.
Il fornitore
Invece il senatore leghista Giorgio Maria Bergesio lancia l’idea: «Innanzitutto credo che sia sbagliato opporre un aprioristico e ideologico no a Starlink come ha recentemente fatto l’opposizione, perché ritengo che queste operazioni debbano essere valutate da un punto di vista squisitamente industriale ed economico. Al momento Starlink ha una potenza, in termini di satelliti in orbita, oltre dieci volte superiore a tutti gli altri operatori. Qualora si optasse per un fornitore di diversa natura, sarei più propenso a guardare direttamente in casa nostra. In Italia il player più accreditato secondo me è Leonardo, che controlla già il 67% di Telespazio (il 33% è di Thales) e sta trattando con Airbus e con la stessa Thales per una maxi alleanza europea. In più, l’Agenzia Spaziale Italiana sta valutando la fattibilità di una costellazione italiana e la stessa Leonardo potrebbe intervenire nel progetto di una rete nazionale, con Starlink solo come lanciatore. Del resto, l’Italia è sesta al mondo per budget dedicato allo Spazio, con 2,11 miliardi di dollari spesi nel 2023, e ha una filiera di 400 pmi e startup che muove un giro d’affari di 3 miliardi». La questione è certamente spinosa e divisiva: in ballo ci sono la sovranità e la sicurezza dei dati italiani.
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