E con oggi sono 13: dall’11 marzo il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu non appare in pubblico. Ormai è un caso, al 29esimo giorno dell’invasione lanciata dalla Russia e propagandata dal Presidente Vladimir Putin come un’operazione “speciale” di “denazificazione” dell’Ucraina. A far notare per primo l’assenza da più giorni di Shoigu è stato Dmitry Treschanin, giornalista di Radio Free Europe. Si rincorrono versioni, si moltiplicano voci sulla vicenda, le notizie sono poche e frammentate.

Shoigu è considerato il più fedele dei collaboratori di Putin. Le sue posizioni sarebbero tra le più ascoltate dal leader del Cremlino. I due spesso trascorrono le vacanze – condividono la passione per la pesca, le cavalcate e i bagni nei grandi fiumi – insieme in Siberia, terra d’origine di Shoigu, nativo della repubblica autonoma di Tuva. Ha 66 anni, figlio di padre turcofono e madre nata in Ucraina e nonostante questo è stato lui a organizzare le “esercitazioni pacifiche, non aggressive e sul territorio russo” che hanno preparato l’invasione dell’Ucraina. Applica senza discutere qualsiasi ordine del suo presidente.

È cresciuto nell’Unione Sovietica, nel Partito Comunista, e con il presidente Boris Eltsin è diventato ministro della Protezione Civile. Dal 2012, dopo la parentesi al governo di Dmitrij Medvedev, è alla Difesa. Direttore della Gru, l’agenzia di intelligence militare russa, sarebbe stato lui a capo dei gruppi accusati di aver avvelenato l’ex spia russa Sergej Skrypal nel Regno Unito nel 2018 e il dissidente Alexei Navalny in Siberia nel 2020. Ed è stato lui a lanciare l’accusa forse più inverosimile a Kiev: quella di prepararsi a diventare nucleare. “In Ucraina ci sono più tecnologie, specialisti e capacità produttive che in Iran e nella Corea del Nord”. A proposito di nucleare: è proprio lui ad avere una delle tre chiavi – i codici – nucleari per lanciare i razzi russi; le altre sono nelle mani del presidente e del Capo di Stato Maggiore interforze.

Agentstvonews, tramite Telegram, ha ricostruito l’attività del ministro nello spazio mediatico dall’inizio della guerra. Si sa che l’11 marzo Shoigu ha avuto conversazioni telefoniche con il suo omologo turco Hulusi Akar e conferito onorificenze ai militari che si sono distinti nell’“operazione speciale” in Ucraina presso l’ospedale clinico militare centrale di Mandryk. Di questi eventi si legge negli ultimi messaggi sul profilo di Shoigu sul sito web del ministero. Si apprende dal sito del Cremlino che successivamente il ministro ha partecipato a un incontro in collegamento video con il presidente Putin e altri membri del Consiglio di Sicurezza. Nessuna foto o video di quel vertice. Lo stesso giorno sono state mostrate da Channel One (televisione pubblica nazionale) le immagini della consegna delle onorificenze ai militari – anche se i giornalisti hanno fatto notare che il servizio riportava che la cerimonia si era tenuta quel giorno e non l’11 marzo.

Agentstvonews, media indipendente russo specializzato in giornalismo investigativo, ha riportato che dall’inizio della guerra fino all’11 marzo gli eventi cui ha preso parte Shoigu sono stati riportati una volta in alcuni giorni. Il media censurato dal Cremlino cita una fonte vicina al ministro che ha riferito di “problemi cardiaci”. Fonti del Cremlino, riportate da diversi media internazionali, avrebbero rivelato di un infarto. No comment da parte del ministero della Difesa. Sarebbe stata comunque, secondo quanto noto al momento, la riunione con il Presidente Putin l’ultimo evento cui ha preso parte Shoigu.

Alcuni media ragionano sul legame tra l’assenza del ministro e le parole di Putin sull’esigenza di “purificare” la Russia dai traditori. Neanche di Valeri Gerasimov, capo di Stato maggiore delle Forze armate russe, ci sarebbero più notizie. Ieri invece Anatoly Chubais, l’inviato russo per il clima, si è dimesso dalla carica in segno di protesta per la guerra in Ucraina – certo, in questo caso risulta difficile immaginare un falco come Shoigu bersaglio di epurazione. Dimitry Peskov, portavoce della presidenza russa, intervistato dalla CNN ha risposto: “Ascolti, il ministro della Difesa ora ha altre preoccupazioni, come può immaginare. C’è un’operazione militare speciale in corso. Naturalmente, questo non è esattamente il momento per l’attività mediatica […] Si prega di contattare il Dipartimento della Difesa”.

AGGIORNAMENTO: Il ministro è riapparso oggi, dopo 13 giorni, in un video diffuso dall’agenzia di stampa Ria Novosti con il presidente russo Vladimir Putin in collegamento con i membri del Consiglio di sicurezza nazionale, tra cui Shoigu, che avrebbe riferito dei “progressi dell’operazione militare speciale” in Ucraina.

 

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.