L’ipotesi sempre auspicata dalle cancellerie occidentali, quella di un golpe interno contro Vladimir Putin, potrebbe realizzarsi? Secondo una talpa dell’intelligence di Mosca la possibilità di un rovesciamento dello Zar, al potere praticamente ininterrottamente da un ventennio, starebbe crescendo giorno dopo giorno per il perdurare della guerra in Ucraina.

La circostanza emergerebbe da alcune lettere scritte da un anonimo agente dell’intelligence di Mosca all’attivista in esilio e fondatore del progetto gulagu.net, Vladimir Osechkin, e successivamente pubblicate online.

Ad aumentare le chance di un golpe nei confronti di Putin è il malcontento che serpeggia nell’Fsb, il servizio di sicurezza federale russo, erede del KGB sovietico. 

Osechkin, parlando dalla sua abitazione in Francia della situazione interna al Cremlino col Times, ha spiegato che il fatto stesso che agenti russi stiano parlando apertamente dei problemi interni in un momento di isolamento internazionale è il segno evidente di una crescente rabbia nei confronti del presidente Putin. Malcontento che cresce ogni giorno anche per effetto delle sanzioni internazionali che subiscono gli ufficiali dell’Fsb.

Gli uomini di alto grado del servizio di sicurezza federale russo infatti “non possono più andare in vacanza nelle loro ville in Italia e portare i loro bambini al Disneyland di Parigi”. 

Osechkin, in esilio dal 2015, ha riferito al Times che “per 20 anni Putin ha creato stabilita’ in Russia. Ufficiali dell’Fsb, poliziotti, pubblici ministeri e le persone all’interno del sistema hanno potuto vivere una bella vita. Ma ora è tutto finito – ha proseguito -. Riconoscono che questa guerra è una catastrofe per l’economia, per l’umanità. Non vogliono tornare ai tempi dell’Unione Sovietica. Ogni settimana e ogni mese in cui questa guerra continua, aumenta la possibilità di una ribellione da parte dei servizi di sicurezza”.

I SEGNALI DA MOSCA – Segnali di crescenti problematiche interne a Mosca continuano ad emergere giorno dopo giorno. Non solo le purghe del Cremlino contro alti ufficiali dell’esercito e delle forze armate, già documentati nei giorni scorsi.

Ieri sono infatti emerse le dimissioni dalla carica di inviato speciale del presidente russo per il clima Anatoly Chubais, il più alto funzionario ad aver pubblicamente voltato le spalle a Vladimir Putin, che lo aveva personalmente assegnato a quella funzione.

Chubais, fidato consigliere dello Zar e architetto delle riforme russe degli anni Novanta, comprese le privatizzazioni dell’era Eltsin, si troverebbe ora in Turchia e non avrebbe “alcuna intenzione di tornare in Russia”, hanno spiegato fonti vicine all’ormai ex inviato speciale per il clima al sito Rbc.

Sempre nella giornata di mercoledì Putin ha invece bloccato la richiesta di dimissioni da parte della governatrice della Banca centrale russa, Elvira Nabiullina. Contraria all’invasione dell’Ucraina, Putin le avrebbe di fatto imposto di mantenere l’incarico 

Le sanzioni occidentali e il loro duro effetto sull’economia russa sarebbero alla base della decisione di Nabiullina, che la scorsa settimana è stata nominata per un nuovo mandato quinquennale.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia