Le fragilità 'grazie' alle ingerenze straniere
Il politologo tedesco Kiess: “Von der Leyen deve democratizzare i grandi social per non farli diventare megafono dei super ricchi”

«L’Unione europea dovrebbe avere ben presente i rischi che sta correndo e agire di conseguenza». Il politologo tedesco Johannes Kiess riflette sulle molteplici fragilità e irresolutezze che le ingerenze della nuova amministrazione americana sta portando allo scoperto in Germania e, più in generale, nell’intera Unione europea.
Professor Kiess, il magnate statunitense – nonché guida del Doge (Dipartimento per l’efficienza governativa) in questo secondo mandato di Donald Trump – Elon Musk, oltre ad aver ospitato su X un tête a tête con Alice Weidel, la leader dell’Afd, le ha offerto a più riprese il proprio endorsement. Qual è la sua opinione al riguardo?
«Per Weidel e l’Afd si è trattato ovviamente di una vittoria a livello di propaganda. Per il dibattito pubblico tedesco, costituisce invece un’evidente dimostrazione di quanto possano essere pericolosi i multimiliardari in possesso di piattaforme potenti come X. Si tratta di un attacco alla politica interna che aggredisce direttamente la democrazia tedesca. Ed è esattamente ciò che Musk vuole».
Sempre Musk ha accusato il primo ministro britannico di “favorire lo stupro di minori”, mentre elogia il Reforme Party di Nigel Farage e Alternative für Deutschland. Come giudica la sua interferenza nella politica dei Paesi europei?
«Questa interferenza in diverse arene europee è diretta a minare la fiducia nella politica democratica e in chiunque possa potenzialmente limitare il potere di Musk e di altri miliardari. Queste campagne distruggono il senso, presso la percezione pubblica, di ciò che è la realtà, ciò che costituisce effettivamente la verità, perché in un mondo di post-verità vince chi possiede il megafono più potente. Trovo che questa campagna di Musk, iniziata con l’acquisizione di Twitter, rappresenti una guerra totale contro la democrazia».
La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha inizialmente inteso procedere con cautela sul versante di possibili sanzioni contro Elon Musk per non scontrarsi con la nuova amministrazione americana, mentre proprio l’eccessivo protagonismo di Trump ha marginalizzato l’Ue nei processi negoziali tesi a ottenere la pace in Ucraina. A suo avviso, cosa dovrebbe fare l’Europa?
«L’Unione europea – i leader europei così come ogni Paese membro – dovrebbero avere piena consapevolezza della minaccia che stanno affrontando. E agire di conseguenza. Penso che la maggior parte non abbia ancora ben compreso come funzioni ora X, come limiti il discorso pubblico, sopprima le voci democratiche e rafforzi gli attori estremisti e antidemocratici. Von der Leyen deve guidare lo smantellamento o almeno la democratizzazione delle grandi piattaforme di social media. Non si può permettere che diventino strumenti ad esclusiva pertinenza dei super-ricchi».
Parliamo di Germania. Si aspettava il risultato del voto del 23 febbraio?
«Mi aspettavo che la Cdu/Csu sarebbe risultato il partito più forte, tuttavia è sostanzialmente in divenire la determinazione di quali opzioni saranno disponibili per la formazione di un governo di coalizione».
Potrebbe verificarsi, nonostante le rassicurazioni di Merz, un asse tra Cdu/Csu e Afd, che ha ottenuto un buon 20% a questa tornata elettorale?
«Il pericolo per la Cdu può essere studiato facendo riferimento al caso dei Cristiano Democratici italiani. La pressione potrebbe aumentare, con la conseguenza di cedere a una coalizione con l’Afd per evitare compromessi con il centro-sinistra e ciò, in ultima analisi, condurrebbe al declino della Cdu e rafforzerebbe ulteriormente l’estrema destra».
Alcune settimane fa, tuttavia, Friedrich Merz ha accettato i voti dell’Afd per il suo disegno di legge anti-immigrazione. Potrebbe essersi trattato di un test per una futura alleanza?
«Penso che Merz non intendesse tanto testare le possibilità di alleanza con l’Afd – anche se questa è la scatola di Pandora che ha aperto – quanto, piuttosto, dimostrare la propria forza all’interno del partito, nei confronti dei potenziali partner di coalizione Verdi e Spd e, naturalmente, verso gli elettori. Tuttavia, come con la scatola di Pandora, non sarà in grado di richiuderla di nuovo e i media conservatori, insieme a frange del suo partito, sosterranno di essere aperti verso l’Afd invece che, ad esempio, verso i Verdi».
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