Il messaggio di fine anno del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che coincide di fatto con il termine naturale del settennato, si è concentrato sul bilancio del suo mandato e sul suo congedo. Allontanata l’ipotesi del bis, Sergio Mattarella terminerà il suo mandato il 3 febbraio. Dopo poco più di tre settimane (la data sarà nota martedì), inizieranno le votazioni del Parlamento in seduta comune per eleggere il successore che salirà al Quirinale.

Per Mattarella sono stati sette anni burrascosi: diversi cambi di governo, una pandemia che ha piegato l’Italia a una crisi economica dalla quale il Paese sembra uscirne con fatica.

Il presidente della Repubblica lo conferma nell’apertura del suo intervento di fine anno. “Sono stati sette anni impegnativi, complessi, densi di emozioni: mi tornano in mente i momenti più felici ma anche i giorni drammatici, quelli in cui sembravano prevalere le difficoltà e le sofferenze”, ha detto il capo dello Stato nel suo ultimo discorso di fine anno, facendo riferimento ai sentimenti di “emozione e coinvolgimento” che prova nel pronunciare il suo intervento. Mattarella legge il suo discorso in piedi nello studio alla palazzina dove lavora quotidianamente, senza un leggio ma con alle spalle la finestra che affaccia sui giardini illuminati. Dietro di lui un mobilio sobrio e le due bandiere dell’Italia e dell’Europa.

“L’augurio che sento di rivolgervi si fa, quindi, più intenso perchè, alla necessità di guardare insieme con fiducia e speranza al nuovo anno, si aggiunge il bisogno di esprimere il mio grazie a ciascuno di voi per aver mostrato, a più riprese, il volto autentico dell’Italia: quello laborioso, creativo, solidale”, ha poi aggiunto il presidente.

Dal ruolo della Costituzione alla lotta contro la pandemia di Covid-19, dalla crisi economica alla determinazione dei giovani: questi sono i temi principali affrontati dal capo dello Stato durante il suo discorso di fine anno.

Il ruolo della scienza

Il capo dello Stato ha poi ricordato l’impegno dei sanitari e medici, impegnati in prima linea nella lotta contro il Covid. “Dobbiamo ricordare, come patrimonio inestimabile di umanità, l’abnegazione dei medici, dei sanitari, dei volontari. Di chi si è impegnato per contrastare il virus. Di chi ha continuato a svolgere i suoi compiti nonostante il pericolo”. E poi ha ringraziato chi ha scelto di credere nella scienza, abbandonando le teorie complottiste. “Bisogna ricordare i meriti di chi, fidandosi della scienza e delle istituzioni, ha adottato le precauzioni raccomandate e ha scelto di vaccinarsi: la quasi totalità degli italiani, che voglio, ancora una volta, ringraziare per la maturità e per il senso di responsabilità dimostrati”.

A fronte dell’aumento dei contagi di Covid, Mattarella ha lanciato un messaggio di incoraggiamento agli italiani. “In queste ore in cui i contagi tornano a preoccupare e i livelli di guardia si alzano a causa delle varianti del virus, imprevedibili nelle mutevoli configurazioni, si avverte talvolta un senso di frustrazione. Non dobbiamo scoraggiarci. Si è fatto molto”.

E in riferimento alla battaglia portata avanti dagli italiani contro il Covid-19, Mattarella ha sottolineato l’importanza della scienza e dei vaccini che “sono stati, e sono, uno strumento prezioso, non perché garantiscano l’invulnerabilità, ma perché rappresentano la difesa che consente di ridurre in misura decisiva danni e rischi, per sè e per gli altri. Ricordo la sensazione di impotenza e di disperazione che respiravamo nei primi mesi della pandemia di fronte alle scene drammatiche delle vittime del virus. Alle bare trasportate dai mezzi militari. Al lungo, necessario confinamento di tutti in casa. Alle scuole, agli uffici, ai negozi chiusi. Agli ospedali al collasso. Cosa avremmo dato, in quei giorni, per avere il vaccino?”.

E ancora: “La ricerca e la scienza ci hanno consegnato, molto prima di quanto si potesse sperare, questa opportunità. Sprecarla è anche un’offesa a chi non l’ha avuta e a chi non riesce oggi ad averla. I vaccini hanno salvato tante migliaia di vite, hanno ridotto di molto – ripeto – la pericolosità della malattia”.

La ripresa dell’Italia

Nel sottilineare il ruolo della Costituzione, il capo dello Stato, di cui è garante, ha detto che “la Costituzione è il fondamento, saldo e vigoroso, della unità nazionale. Lo sono i suoi principi e i suoi valori che vanno vissuti dagli attori politici e sociali e da tutti i cittadini”.

“La pandemia ha inferto ferite profonde e la crisi su scala globale ha causato povertà, esclusioni e perdite di lavoro”, ha ricordato il Presidente della Repubblica. “Eppure – ha aggiunto – ci siamo rialzati. Grazie al comportamento responsabile degli italiani – anche se tra perduranti difficoltà che richiedono di mantenere adeguati livelli di sicurezza – ci siamo avviati sulla strada della ripartenza; con politiche di sostegno a chi era stato colpito dalla frenata dell’economia e della società e grazie al quadro di fiducia suscitato dai nuovi strumenti europei”.

Mattarella ha evidenziato come durante la pandemia “abbiamo anche trovato dentro di noi le risorse per reagire, per ricostruire. Questo cammino è iniziato. Sarà ancora lungo e non privo di difficoltà. Ma le condizioni economiche del Paese hanno visto un recupero oltre le aspettative e le speranze di un anno addietro. Un recupero che è stato accompagnato da una ripresa della vita sociale”.

Il messaggio politico

La ripresa di cui parla il capo dello Stato è stata garantita dalla solidità delle istituzioni della Repubblica. Mattarella ha lanciato, implicitamente, un messaggio a chi si riunirà in Parlamento per eleggere il suo successore. “La governabilità che le istituzioni hanno contribuito a realizzare ha permesso al Paese, soprattutto in alcuni passaggi particolarmente difficili e impegnativi, di evitare pericolosi salti nel buio”. Ed è questo l’unico passaggio che Sergio Mattarella ha dedicato all’azione di governo nel suo ultimo discorso di fine anno. Un momento in cui ha voluto “esprimere riconoscenza per la leale collaborazione con le altre istituzioni della Repubblica. Innanzitutto con il Parlamento, che esprime la sovranità popolare. Nello stesso modo rivolgo un pensiero riconoscente ai Presidenti del Consiglio e ai Governi che si sono succeduti in questi anni”. Sono stati cinque gli esecutivi che si sono succeduti in sette anni: quando è stato eletto al Colle infatti a palazzo Chigi c’era Matteo Renzi, poi è arrivato Paolo Gentiloni, quindi il Conte I e il II e infine Mario Draghi.

Mattarella ha evidenziato di non essersi mai sentito solo anche nei momenti più bui, durante i quali ha cercato di trasmettere un sentimento di fiducia e di gratitudine a chi era in prima linea. “Ai sindaci e alle loro comunità. Ai presidenti di Regione, a quanti hanno incessantemente lavorato nei territori, accanto alle persone. Il volto reale di una Repubblica unita e solidale. È il patriottismo concretamente espresso nella vita della Repubblica”, ha sottolineato il Presidente della Repubblica ricordando come in questi anni “la nostra Italia ha vissuto e subito altre gravi sofferenze: la minaccia del terrorismo internazionale di matrice islamista, che ha dolorosamente mietuto molte vittime tra i nostri connazionali all’estero. I gravi disastri per responsabilità umane, i terremoti, le alluvioni. I caduti, militari e civili, per il dovere. I tanti morti sul lavoro. Le donne vittime di violenza”.

E infine, l’accenno al ruolo della Costituzione. In questi sette anni, Mattarella si è contraddistinto per il rigore nell’osservanza della Costituzione. Infatti, il doppio mandato per il dodicesimo presidente della Repubblica è considerato alla stregua di un insulto alla Carta. Con il timore che quella che è un’eccezione – il caso di Napolitano fa scuola – diventi una prassi, andando a ledere i principi costituzionali. “La Costituzione affida al Capo dello Stato il compito di rappresentare l’unità nazionale. Questo compito – che ho cercato di assolvere con impegno – è stato facilitato dalla coscienza del legame, essenziale in democrazia, che esiste tra istituzioni e società; e che la nostra Costituzione disegna in modo così puntuale. Questo legame va continuamente rinsaldato dall’azione responsabile, dalla lealtà di chi si trova a svolgere pro-tempore un incarico pubblico, a tutti i livelli. Ma non potrebbe resistere senza il sostegno proveniente dai cittadini”.

Parole che confermano la decisione di Mattarella di non volere abbracciare un secondo mandato al Colle. “Credo che ciascun presidente della Repubblica, all’atto della sua elezione, avverta l’esigenza di fondo di “salvaguardare ruolo, poteri e prerogative dell’istituzione che riceve dal suo predecessore e che – esercitandoli pienamente fino all’ultimo giorno del suo mandato – deve trasmettere integri al suo successore”.

Nel fare un bilancio del suo settennato, Mattarella ha detto: “Non tocca a me dire se e quanto sia riuscito ad adempiere a questo dovere. Quel che desidero dirvi è che mi sono adoperato, in ogni circostanza, per svolgere il mio compito nel rispetto rigoroso del dettato costituzionale. E’ la Costituzione il fondamento, saldo e vigoroso, della unità nazionale. Lo sono i suoi principi e i suoi valori che vanno vissuti dagli attori politici e sociali e da tutti i cittadini”, ha affermato il capo dello Stato.

Il pensiero ai giovani

Durante il suo intervento, il presindente della Repubblica ha rivolto un messaggio di incoraggiamento ai giovani, piegati dalla pandemia e dalla crisi economica. “Alle nuove generazioni sento di dover dire: non fermatevi, non scoraggiatevi, prendetevi il vostro futuro perché soltanto così lo donerete alla società”.

“I giovani sono portatori della loro originalità, della loro libertà. Sono diversi da chi li ha preceduti. E chiedono che il testimone non venga negato alle loro mani”.

Nel citare la lettera del professor Pietro Carmina, vittima del drammatico crollo di Ravanusa, Mattarella riprende le parole che il “professore di filosofia e storia, andando in pensione due anni fa, aveva scritto ai suoi studenti: ‘Usate le parole che vi ho insegnato per difendervi e per difendere chi quelle parole non le ha. Non siate spettatori ma protagonisti della storia che vivete oggi. Infilatevi dentro, sporcatevi le mani, mordetela la vita, non adattatevi, impegnatevi, non rinunciate mai a perseguire le vostre mete, anche le più ambiziose, caricatevi sulle spalle chi non ce la fa. Voi non siete il futuro, siete il presente. Vi prego: non siate mai indifferenti, non abbiate paura di rischiare per non sbagliare”. E infine: “Faccio mie – con rispetto – queste parole di esortazione così efficaci, che manifestano anche la dedizione dei nostri docenti al loro compito educativo”, ha aggiunto Mattarella.

In chiusura, il capo dello Stato ha rivolto un pensiero al Pontefice. “Desidero rivolgere un augurio affettuoso e un ringraziamento sincero a Papa Francesco per la forza del suo magistero, e per l’amore che esprime all’Italia e all’Europa, sottolineando come questo Continente possa svolgere un’importante funzione di pace, di equilibrio, di difesa dei diritti umani nel mondo che cambia”.

Nell’ultima parte del suo messaggio, Mattarella rivolge un augurio di buon anno a tutti gli italiani. “Care concittadine e cari concittadini, siamo pronti ad accogliere il nuovo anno, ed è un momento di speranza. Guardiamo avanti, sapendo che il destino dell’Italia dipende anche da ciascuno di noi”.