In Campania l’infanzia è “a rischio estinzione”. È questo il pesante allarme che arriva da Save The Children nella XII edizione dell’Atlante dell’Infanzia a rischio in Italia. La situazione in Campania e nel sud sembra essere particolarmente drammatica: il 14% dei bambini vive in povertà assoluta: a loro manca la possibilità di soddisfare i bisogni primari come cibo e casa. Un bambino su 3, il 34% è in povertà relativa: non può usufruire di beni e servizi comuni al resto di Italia.

Ad esempio l’accesso agli asili. In Campania solo il 3,9% ha accesso all’asilo nido. L’ascensore sociale è praticamente immobile. Anzi, “in caduta libera” dice Save the Children aggiungendo che ” rischia di trascinare il futuro delle giovani generazioni e del Paese intero”. Una situazione che il Covid ha aggravato ulteriormente allargando il divario economico, sociale e geografico. A questo si aggiungono i mesi di scuola persi. Save The Children non usa mezzi termini: sulle nuove generazioni “non si è investito a sufficienza”.

“Siamo di fronte a un domani incerto. Da un lato c’è un futuro che rischia di essere compromesso dalla crisi economica, educativa, climatica. Dall’altro sembra esserci la miopia della politica che in questi ultimi decenni non ha investito a sufficienza sul bene più prezioso del nostro paese, l’infanzia” afferma Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children.

La situazione è drammatica in Campania. “Un esercito di giovani che non studia, non cerca lavoro e non si forma. Giovani che non sono messi nelle condizioni di contribuire attivamente allo sviluppo del Paese, senza dimenticare che povertà e assenza di educazione sono il terreno perfetto per attrarre risorse nelle mafie organizzate – aggiunge Fatarella – Ascoltare le istanze di bambine, bambini e ragazzi è un imperativo: si aspettano una società diversa e dobbiamo renderli protagonisti di questo cambiamento. Il tempo delle parole è passato e ora bisogna immediatamente impegnarsi in politiche concrete a favore dell’infanzia: i fondi dedicati alla Next Generation sono risorse importanti che possono trasformare le parole in realtà ed è un’occasione che non possiamo perdere”.

E i numeri sono la fotografia di un vero dramma sociale. I ragazzi tra i 18 e i 24 anni che non studiano e non hanno concluso il percorso scolastico sono 17,3. I neet, i ragazzi tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano e non sono inseriti in corsi di formazione sono il 34,5%. Più di un ragazzo su tre, insomma, brancola nel buio, in percentuale di 10 punti superiore alla media nazionale, che pure è a sua volta 10 punti sopra a quella europea: 13,7 in Europa, 23,3 in Italia e 34,5 in Campania.

Nonostante la situazione drammatica la spesa pubblica per i bambini è ancora molto bassa in Campania. Per ogni cittadino al di sotto dei tre anni i Comuni campani spendono 269 euro. Nulla in confronto a quanto spende la città di Trento dove per ogni piccino si arriva a 2.481 euro. E così non stupisce l’assenza di accesso agli asili. Poi c’è il problema del tempo pieno a scuola. In Italia il 36 per cento delle classi di scuola elementare ha il tempo pieno, in Cmpania si raggiunge il 28 per cento a Benevento, il 19 ad Avellino e Caserta, mentre Napoli e Salerno si fermano al 16 per cento.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.