Diego Antonio Nesci ha fondato Parole Guerriere e più di recente ItaliaPiù2050, fornendo un way out al M5s, di cui pure è orgogliosamente attivista da dodici anni. È lui ad aver ingegnerizzato insieme con Dalila – la sorella sottosegretaria al Sud – e quaranta eletti in Parlamento una scialuppa di salvataggio da mettere in acqua subito, mentre lo scafo è spezzato in due tronconi e prima che l’inesorabile mareggiata abbia la meglio.

È vicino a Giuseppe Conte ma non gli dispiace Draghi: per l’associazione ItaliaPiù2050 il premier attuale offre le migliori garanzie per mettere non solo al riparo dei marosi il Paese, ma anche per dare al Movimento il tempo di ripartire. Ha partecipato agli ultimi Stati Generali, salendo sul palco. E illustrando a suon di slide come si poteva evolvere il Movimento, facendo a meno della fagocitazione intentata da Casaleggio. «Ho spiegato già un anno fa che si sarebbe andati ai minimi termini nel dialogo con Rousseau. Ho fatto capire anche ai più ritrosi che il momento della separazione sarebbe arrivato, e immaginavo anche che andasse a finire con le carte bollate», confida al Riformista.

Qual è stato il peccato originale?
La confusione di piani e di ruoli tra soggetti diversi, e per parlare chiaro: tra piattaforma Rousseau e Movimento.

L’idea stessa del partito tutto digitale?
La democrazia diretta è un grande tema, ma non va confuso con la democrazia deliberativa. Ci vuole un percorso e non un clic; il voto attribuito con casualità, per essere benevoli, diventa poco più di un gioco, e un gioco facilmente controllabile. Ed è paradossalmente antidemocratico.

Però i militanti veri poi ci sono, si dice che Casaleggio abbia 120mila iscritti, con tutti i dati. Il patrimonio del Movimento.
Ed è un infingimento. Andiamo a vedere qual è la nostra pagina di informazione, Il Blog delle Stelle. Il grande imbuto dove vanno tutti e da cui tutto si dipana. Non compare mai il simbolo del M5s. E già è interessante notarlo. Nel banner laterale destro compare sempre l’Associazione Rousseau. C’è un bottone “Iscriviti a Rousseau”, la invito a farlo mentre parliamo.

Fatto. Si apre una pagina con un video “Iscriviti a Rousseau in 90 secondi”.
Faccia attenzione. Dopo il tutorial arriva il modulo di iscrizione. Si apre una pagina e si legge: “Iscriviti al M5s”. Dunque dal Blog delle stelle si propone di iscriversi a Rousseau, e pensando di farlo ci troviamo a iscriverci al M5s. C’è un inganno semantico. Quando ci si iscrive questi dati vanno all’Associazione Movimento Cinque Stelle, con sede in via Nomentana 257 a Roma. Gli iscritti appartengono al Movimento. Poi a margine dell’iscrizione c’è la possibilità di donare, e in questo caso le donazioni vanno ad Associazione Rousseau, indirizzo di Milano. Cioè a Davide Casaleggio. Rousseau non ha i dati, ma li gestisce.

I due statuti, M5S e Rousseau, sono intrecciati.
Esattamente. Nello Statuto del Movimento si dice che questa associazione terza, che non risulta né federata né niente, è preposta ad alcune operatività. È un accordo tra le parti che però non è pubblico, e io non conosco nel dettaglio. Sappiamo che i dati degli iscritti vengono gestiti da Rousseau, alla quale però non appartengono: nessuno nel documento di iscrizione ha autorizzato Rousseau ad averli.

E questo cosa produce?
Questo inganno semantico induce tutti a supporre che Rousseau abbia un grande potere che in realtà non ha. È il soggetto politico, movimento o partito che lo si voglia chiamare, ad avere iscritti, eletti, sindaci, parlamentari e quant’altro. Non ci si deve far ingannare. Come ha detto Conte, quella di Casaleggio è l’associazione di un privato e come tale va trattata. Mentre tutti parlano dei 120mila iscritti in mano a Rousseau, la verità è che loro di iscritti ne hanno tre.

I tre soci.
Casaleggio e i suoi due soci. Il presidente di Rousseau, Davide, ne è anche il tesoriere. Piero Dettori ed Enrica Sabatini sono i soli due altri iscritti. E se io volessi iscrivermi a Rousseau non posso, non saprei come fare.
Casaleggio è però anche fondatore del Movimento, oltre che di Rousseau.
Ed è un altro conflitto di interessi. Su cui richiamo la legge Spazzacorrotti, che proprio i nostri parlamentari hanno voluto approvare. La legge dice che negli organismi dirigenti delle associazioni non possono esserci più di due terzi di persone politicamente esposte, e che queste non possono presiedere in ogni caso le associazioni.

E come la mettiamo?
È un problema enorme che si fa finta di non vedere. In ItalianiEuropei Massimo D’Alema ha dovuto fare un passo indietro, rinunciando alla presidenza. E lo stesso ha fatto Bagnai. Nell’associazione Rousseau c’è il presidente che ha fondato il primo partito politico italiano, e sia Sabatini, sia Dettori sono iscritti al M5s. La Sabatini è stata anche consigliera comunale. E tutti e tre fanno parte dell’Assemblea.

Quindi violano la Spazzacorrotti.
Da avvocato che conosce la legge, la vedo così.

Conte se ne deve liberare per fare il capo del Movimento?
Sì e vedremo come andrà a finire. È essenziale che questo passaggio avvenga al più presto. La sua leadership metterà fine a questa sovrapposizione di ruoli che ha creato confusione. Dico la mia: serve un Movimento nuovo, con un nome e un simbolo che riprendano le nostre battaglie e facciano chiarezza e trasparenza. Serve un nuovo contenitore informatico che regoli le procedure, le votazioni, la comunicazione. Messo su quello, il nuovo partito può nascere, e non ci fermerà nessuno.

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Una precisazione su Rousseau

Gentilissimo Direttore,
in merito all’articolo pubblicato dal Riformista il 31 marzo 2020, devo fare una precisazione. Mi riferisco alle parole virgolettate, attribuite a me e riportate nel titolo della versione cartacea che io non ho mai pronunciato: “Rousseau viola la legge”. Io mi sono limitato a fare, al giornalista, un ragionamento ipotetico con l’ausilio di dati rinvenibili in rete da tutti, mettendo in relazione la configurazione dell’Ass. Rousseau che apparentemente si può evincere dai verbali pubblicati, con la presenza nell’ordinamento di una legge cosiddetta spazzacorrotti la quale afferma che sono equiparati a movimenti o partiti politici le associazioni i cui organi direttivi o di gestione sono composti per almeno un terzo da membri di organi di partiti o movimenti politici.

Non è mio compito, né mi permetterei mai di lanciare accuse di violazioni di norme. Mi sono limitato a riferire al giornalista che se quella associazione venisse configurata come un partito/movimento, saremmo di fronte al fatto che nello statuto del M5s conviverebbero ben due movimenti/partiti. O meglio: un partito/movimento dentro un partito/movimento potenzialmente in competizione fra di loro. Per tutto il resto, rivendico, anche qui, il mio ragionamento dell’”inganno semantico” presente sul “blog delle stelle” sulla confusione indotta nell’iscriversi a Rousseau o al M5s.

Diego Antonio Nesci

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Beh, insomma, a sentir lei quel titolo era abbastanza azzeccato… 

Piero Sansonetti

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.