Il Pd pubblica le sue liste campane e scoppia la bufera. Bufera sui nomi, che non convincono. E sui commenti, che addirittura arrivano a citare l’Olocausto e far insorgere la comunità ebraica. Insomma sembra profilarsi all’orizzonte una nuova stagione di veleni che chissà quanto (poco) bene farà alla nostra regione, che sembra già scomparsa dalle priorità della politica che “conta”.

In Campania il Pd ha deciso di puntare, tra gli altri, sul ministro della cultura Dario Franceschini e il ministro della salute Roberto Speranza (per “somma gioia” di Vincenzo De Luca in passato molto critico sia nei confronti dell’uno che dell’altro), ma anche su “soliti noti” da De Luca jr alla Valeria Valente e una schiera di vari deluchiani. Nulla di nuovo sotto il sole. Ma tanto amaro nelle bocche di molti. «Il Pd tratta la Campania da Terzo Mondo. La invade, la mortifica, maltratta i cittadini campani. Sceglie mezzi leader senza consenso popolare e sacrifica aspirazioni e qualità. Un tempo la Campania dominava la scena politica italiana. I ceti dirigenti erano riferimento nazionale. Oggi subisce una clamorosa invasione. Prenderanno i voti e poi con una magia politica spariranno. Che malinconia. Spero che i campani sappiano reagire», è il commento del segretario nazionale di Noi Di Centro, Clemente Mastella. Secondo Italia Viva il Pd «esclude le migliori espressioni rifomiste».

«Ha ragione Matteo Renzi quando dice che non si fa politica con risentimento, ma con sentimento. E condivido anche il giudizio che ha espresso sulle liste del Pd. Essendo stata due volte di seguito presidente regionale del partito in Campania e avendo avuto la responsabilità di rappresentare il Pd nel Mezzogiorno in Europa mi sia consentito dire che l’esclusione delle migliori espressioni riformiste sul territorio», commenta Graziella Pagano, coordinatrice di Italia Viva. E cita tra gli altri il caso di Enzo Amendola, in bilico per preferire Sarracino e altri. «Nel circo delle candidature Pd ci troviamo il ministro Speranza candidato capolista in Campania. Che fine faranno le feroci critiche del governatore De Luca? Lo vedremo ora a suo sostegno. Solita pantomima che vale solo in tempi non di campagna elettorale. Nel ‘matrimonio di paccheri’ che è stato riservato con le candidature PD al governatore campano quello di Speranza è certamente il ceffone più forte.

Ma si sa De Luca tiene famiglia e si deve stare, come si dice dalle nostre parti» commenta il senatore Antonio Iannone, commissario regionale di Fratelli d’Italia in Campania. Giorgio Longobardi, consigliere comunale del partito della Meloni, su Facebook si lascia andare a un commento in cui si fa riferimento alle liste del Pd e a Schindler’s list, scatenando indignazione social, l’insorgere della comunità ebraica, le sue piccate reazioni della serie “non accetto lezioni” e la decisione del partito di sospenderlo. Insomma un gran caos. E un brutto spettacolo per chi osserva con interesse le dinamiche della politica sapendo che da queste dipenderà il futuro del Paese, della nostra regione, delle nostre vite. Una regione dove sanità, scuola, giustizia, sicurezza sono le emergenze da sempre. Una regione troppo spesso usata come spot per caldeggiare candidature senza grandi programmi, promesse senza impegni mantenuti, attese che durano in eterno.

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Napoletana, laureata in Economia e con un master in Marketing e Comunicazione, è giornalista professionista dal 2007. Per Il Riformista si occupa di giustizia ed economia. Esperta di cronaca nera e giudiziaria ha lavorato nella redazione del quotidiano Cronache di Napoli per poi collaborare con testate nazionali (Il Mattino, Il Sole 24 Ore) e agenzie di stampa (TMNews, Askanews).