Si chiamano vendette trasversali. Nel Pd quasi tutti gli amici o ex amici di Matteo Renzi sono stati messi fuori dalle liste elettorali o sistemati in posizioni che ne impediscono l’elezione. Pagano per quell’ “Enrico, stai sereno” che incautamente quasi 10 anni fa Renzi pronunciò rivolto a Letta, allora premier e poi disarcionato. Puniti, gli ex renziani, per i legami o anche solo i sospetti legami con l’odiato ex premier. E nel pogrom sono cadute decine di donne.

I nomi più clamorosi delle vittime sono quelli di Luca Lotti, Stefano Ceccanti, Monica Cirinnà, Tommaso Nannicini e Emanuele Fiano. Luca Lotti è molto noto e probabilmente paga anche per la famosa riunione all’Hotel Champagne con Palamara. Lotti -per via di quella riunione – non è amato dal partito dei Pm e probabilmente al Nazareno pensano che il partito dei Pm sia meglio non sfruculiarlo. Abbandonato Lotti.

Gli altri quattro erano quattro pilastri della politica di centrosinistra: l’esperto di economia, l’esperto di diritto e Costituzione (non è la Costituzione il pilastro della campagna elettorale?), l’esperta e leader di tutte le battaglie per i diritti civili, e il leader di tutte le battaglie anti-razziste. Sarebbero stati utili tutti e tre in Parlamento. Ma dovevano pagare.

Tra l’altro la Cirinnà (che alla fine ha accettato di essere candidata in un collegio impossibile) ieri è stata attaccata anche dai renziani, perché pare che a sinistra se non ci si odia un po’ non si fa bella figura.

Aspettiamo di avere l’elenco definitivo per dare un giudizio sulle liste e sul futuro gruppo parlamentare del Pd. Per ora una cosa è certa. Nel Pd è iniziata una guerra civile che durerà ben oltre il 25 settembre.

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.