È ressa vera e propria per l’Eurovision 2022. Che si terrà in Italia, dopo la vittoria dei Maneskin, che hanno sbancato l’edizione 2021 a Rotterdam, in Olanda. La band romana, di Monteverde, ha riportato in Italia il trofeo e la manifestazione – che da regolamento si tiene nel Paese vincitore – dopo 31 anni, dopo le vittorie di Gigliola Cinquetti nel 1964 con Non ho l’età (per amarti) e di Toto Cotugno nel 1990 con Insieme:1992. Successi che portarono l’evento rispettivamente al Centro Rai di Napoli e allo Studio 15 di Cinecittà di Roma. Neanche il tempo di festeggiare che la corsa all’evento – trasmesso in tutto il mondo, con 39 partecipanti nel 2021 – ha scatenato sindaci e Regioni.
Perché si sono candidati praticamente tutti. Dalle metropoli alle città più provinciali. La Rai ha disseminato indizi. Niente di certo, al momento, ma la favorita è Roma. A seguire sembrano esserci Torino e Milano. Quindi altre candidature, sicuramente meno prevedibili. A fare la differenza saranno sicuramente le infrastrutture. Non replicabili quindi le location del 1965 e del 1991.
POLE POSITION – Roma è la favorita perché citata espressamente dal direttore di Rai1 Stefano Coletta. “Io, un po’ anche pensando alla vittoria di Måneskin, ed essendo romano, immagino Roma come città alveo di questa manifestazione. Alla fine credo che in maniera rigorosa dovremo scegliere l’impianto televisivo che possa inglobare la complessità di uno spettacolo come questo”. Il direttore ha quindi chiarito come la decisione non sarà immediata: “Tra maggio e giugno si mette a punto Sanremo. La priorità è quella, poi si passerà subito dopo all’Eurovision. Del resto è proprio Sanremo ad aver ispirato la competizione europea. Penso che chi vincerà il Festival sarà l’espressione di quello che faremo. Non so quanto è stato capito, ma la selezione musicale dello scorso Festival è stata rivoluzionaria. Amadeus ha avuto coraggio nel trasgredire la liturgia tradizionale del melodico di Sanremo. Penso che la strada dell’innovazione non vada abbandonata”.
Folgorata dalla musica dei Maneskin anche Virginia Raggi, sindaca di Roma, che invece aveva negato alla città le Olimpiadi. “Quella dei Måneskin è stata una vittoria fantastica – ha twittato la sindaca – Roma è orgogliosa dei suoi ragazzi. L’anno prossimo l’Italia ospiterà l’Eurovision Song Contest 2022. Roma è il palcoscenico perfetto per rilanciare la sfida”.
Quella dei #Maneskin è stata una vittoria fantastica. Roma orgogliosa dei suoi ragazzi. L’anno prossimo l’Italia ospiterà #EurovisionSongContest 2022. Roma è il palcoscenico perfetto per rilanciare la sfida. pic.twitter.com/EJ4yAIOnQh
— Virginia Raggi (@virginiaraggi) May 23, 2021
E sarà quindi derby nel Movimento 5 Stelle con la collega Chiara Appendino: “Iniziamo sin da oggi a lavorare sulla candidatura di Torino!”. A dare speranza al capoluogo piemontese anche le parole di Claudio Fasulo, nella conferenza stampa prima della finale, vicedirettore di Rai1: “Nel 2017 prima della partenza per Kiev parlammo della possibilità di ospitarlo eventualmente a Torino perché aveva tutte le caratteristiche necessarie per ospitarlo”.
Congratulazioni @thisismaneskin!
Noi, in attesa del bando, iniziamo sin da oggi a lavorare sulla candidatura di Torino! #Eurovision https://t.co/N0vC90bcwK— Chiara Appendino (@c_appendino) May 23, 2021
A guastare la festa alle due pretendenti potrebbe essere però Milano, non sazia dell’Expo del 2015 e delle Olimpiadi Invernali del 2026 in ticket con Cortina. L’assessore meneghino alla cultura Filippo del Corno: “Milano è la capitale dell’industria discografia italiana. È qui che si produce e si consuma musica”. E quindi anche l’assessore Pierfrancesco Maran e l’eurodeputato Pierfrancesco Majorino.
OUTSIDER – Si è fatta avanti anche Napoli, attraverso le parole dell’assessore Alessandra Clemente. E quindi, oltre le metropoli, Pesaro, Reggio Emilia, Verona, Reggio Emilia e Bologna. Quest’ultima avrebbe da giocare la carta della “città creativa della musica” dell’Unesco. Il Presidente del Consiglio Regionale della Toscana tramite social network ha candidato la sua Regione: una specie di invito ai sindaci a partecipare al bando. A fare la differenza potrebbero essere però innanzitutto le strutture.
I REQUISITI – I requisiti per ospitare l’evento prevedono una struttura al chiuso, capienza di almeno 10mila posti, altezza di almeno 18 metri, comodi collegamenti con l’aeroporto internazionale e una capacità ricettiva adeguata. Scartate quindi automaticamente le location suggestive ma impraticabili dell’Arena di Verona e del Colosseo a Roma. La Capitale può contare su Palalottomatica e Fiera di Roma. Milano sul Forum di Assago e l’hub di CityLife. Torino sul PalaAlpitour.
© Riproduzione riservata