Una commedia pirandelliana. Una saga romanzesca. Uno psicodramma distopico: la trama cui hanno dato vita Carlo Calenda, Federico Pizzarotti e Riccardo Magi ha più plot-twist di una serie Netflix. Spoleriamo il finale: la minoranza di +Europa, Energie Nuove, dopo aver ritirato il suo emendamento domenica scorsa, “per non spaccare il partito”, ha spaccato il partito. E lo strappo temuto e respinto, atteso e scongiurato, si è consumato. Federico Pizzarotti, presidente di +Europa ma in netto contrasto con il segretario Riccardo Magi sull’alleanza con Renzi e non con Calenda alle Europee, insieme con il vice segretario Piercamillo Falasca, nel giro di poco più di un’ora annuncia la sua uscita dal partito fondato da Emma Bonino e subito la candidatura alle Europee con la lista ‘Siamo Europei’, con il leader di Azione.

Nel fine settimana, d’altra parte, l’assemblea di +Europa non aveva accolto la proposta di Pizzarotti e Falasca di azzerare le alleanze e ripartire da zero, decidendo di andare avanti con gli ‘Stati Uniti d’Europa’ e quindi con Italia Viva, escludendo di fatto la possibilità che Azione si unisse al progetto. Quasi obbligata, a questo punto, la scelta. “Dopo discussioni animate e un personalissimo esame di coscienza, sono giunto alla sofferta conclusione che il mio cammino all’interno del partito deve concludersi qui”, scrive in mattinata l’ex sindaco di Parma sui social. Subito dopo, in una conferenza stampa convocata alla Camera, è Calenda ad annunciare che Pizzarotti e Falasca sono ‘arruolati’ nelle liste di ‘Siamo Europei’ per l’8 e il 9 giugno: “Azione ha come unico obiettivo quello di presentare le liste migliori. Abbiamo candidato fin qui persone competenti. Oggi si aggiungono Federico Pizzarotti e Piercamillo Falasca”, sintetizza il leader di Azione.

I dati immaginifici di Falasca

Falasca non sarà però direttamente candidato, ma lavorerà per altre candidature. Pizzarotti sottolinea di non aver condiviso le ultime scelte all’interno di +Eu: “Avevo delineato un percorso a mio avviso naturale che partisse da un tavolo con Azione. Oggi aderiamo al manifesto di Azione ‘Siamo Europei’”. Dunque si prospetta un ‘derby’ tra gli ‘Stati Uniti d’Europa’ da un lato e ‘Siamo Europei’ dall’altro. “Le idee e la coerenza non possono venire meno”, spiega Pizzarotti, mentre Falasca prevede che le loro uscite non saranno le sole: “Al prossimo congresso non rinnoveranno la tessera del partito almeno 1.300 persone e almeno 40 amministratori”. Dati immaginifici e tutti da dimostrare. Ma i due insistono, contestando l’alleanza “anomala, con Italia Viva, che sta contaminando l’iniziativa di +Europa con un modo di intendere la politica – quello di Cuffaro e dei suoi candidati, della moglie di Mastella o della rete di Cesaro in Campania – poco ‘europeo’, molto distante dal nostro modo di fare politica e dalla nostra missione originale”. Magi definisce però una fake news l’alleanza con la nuova Dc di Cuffaro, “non c’è mai stata”.

Cuffaro e il no alla lista di scopo

E Cuffaro lo conferma al Riformista: “Non ne abbiamo ancora parlato, non mi appassiona il progetto della Lista di scopo con i radicali”. Lo strappo in +Europa appare anche come una nuova tappa dello scontro sempre più duro tra Renzi e Calenda, con il secondo che non perde l’occasione per lanciare una frecciata all’ex alleato: “Io non capisco come si possa mettere dentro un miscelatore Cuffaro, Cesaro e Mastella, shakerare, metterci dentro Iv e un pezzo di Più Europa e chiamarli ‘Stati Uniti d’Europa’. Come farà Bonino a candidare nel Nord ovest Gianfranco Librandi che sta finanziando la campagna elettorale di Renzi con Il Centro, che è durata il tempo di un giro su un autobus?”. Calenda ancora non scioglie il nodo su una sua eventuale candidatura, ma sottolinea che dopo il voto si aprirà un cantiere per costruire un partito che unisca i repubblicani, i popolari, i liberali. “Vogliamo costruire un grande Partito della Repubblica ispirato ai valori della prima parte della Costituzione”, sottolinea.

Sondaggi europee: “Stati Uniti d’Europa al 6,3%”

Italia Viva ha in mano i sondaggi che quotano già la lista unitaria al 6,3%, riducendo Calenda a poco più del 3%. Al nuovo ‘matrimonio’ politico tra Calenda e Pizzarotti replicano dalla sponda opposta Magi e Renzi. Il primo, che spiega che ha chiesto a Emma Bonino la disponibilità a candidarsi, afferma che il divorzio di Pizzarotti è “la fine di un equivoco, quello che ci fosse una spaccatura nel partito”. Più caustico Renzi, che sottolinea la necessità di parlare di politica, di progetti condivisi per il futuro dell’Europa, mentre “altri parlano di me, parlano di noi, sono ossessionati dalla nostra vita, dalle nostre idee, dalle dichiarazioni dei redditi e dal giustizialismo. Mi dispiace per loro: noi non li inseguiremo nel fango della lotta personale”. Ieri il tavolo convocato da Magi ha preso atto delle novità. Escono gli attivisti di Volt (che andranno in lista con Alleanza Verdi-Sinistra) mentre hanno formalizzato l’adesione i radicali di Matteo Hallissey. I candidati saranno presentati il 2 maggio, Matteo Renzi non ha ancora sciolto la riserva sulla sua candidatura.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.