Non ci fu alcuna inerzia nelle indagini, tutto è stato fatto nel rispetto delle regole. Così il procuratore capo di Milano Francesco Greco si difende nella relazione inviata alla procura generale meneghina dove il nome del pm Paolo Storari, che gli punta il dito nel fascicolo che riguarda le rivelazioni dell’avvocato Piero Amara sul falso complotto Eni e sulla presunta loggia Ungheria, comparirebbe più volte. Greco ha lavorato al documento negli ultimi giorni con una ricostruzione minuziosa dei fatti dal punto di vista temporale e documentale con atti e mail che dimostrerebbero le azioni intraprese dalla procura rispetto all’inchiesta, nonostante i fatti siano avvenuti in pieno lockdown quando alcune attività erano più complicate.

Storari per “autotutelarsi”, a suo dire, li consegnò nell’aprile 2020 all’allora consigliere del Csm Piercamillo Davigo. Greco sostiene che gli accertamenti su quelle dichiarazioni, che facevano riferimento alla presunta loggia segreta Ungheria, vennero fatti, ma con prudenza e cautela. I primi tre nomi, Amara, il suo ex collaboratore Alessandro Ferraro e il suo ex socio Giuseppe Calafiore, vennero iscritti per associazione segreta nel maggio 2020. Mentre Storari avrebbe voluto iscrivere subito, nei mesi precedenti, almeno 6 persone per fare tabulati e intercettazioni. Secondo la ricostruzione di Greco, fu dunque il pm a danneggiare le indagini facendo uscire, mettendole in mano a Davigo, quelle carte segretate, all’insaputa dei vertici dell’ufficio.

Greco nel tardo pomeriggio di venerdì 7 maggio è arrivato negli uffici della procura di Roma dove ha incontrato il procuratore Michele Prestipino e i pm Fabrizio Tucci e Rosalia Affinito, titolari dell’inchiesta che vede indagata per calunnia l’impiegata del Csm (attualmente sospesa) Marcella Contrafatto, segretaria dell’ex consigliere Piercamillo Davigo che avrebbe veicolato ad alcuni giornali i verbali di interrogatorio coperti da segreto resi lo scorso anno al pm Paolo Storari dall’avvocato Piero Amara. Storari, indagato per rivelazione del segreto d’ufficio, sarà invece interrogato domani, sabato 8 maggio. Greco nell’inchiesta è invece parte offesa.

 

Redazione

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