Dopo oltre 11 anni di attesa Luiz Inácio Lula da Silva, per tutti Lula, ha giurato presso il Congresso di Brasilia ed è tornato così alla guida del Brasile dopo gli anni difficili della condanna e della prigionia per le accuse di corruzione.

Nella giornata di domenica Lula, 77 anni, in mezzo a due ali di folla festanti e su una Rolls Royce scoperta presidenziale si è recato al Congresso, il Parlamento brasiliano, per tenere il suo discorso di insediamento.

Lula, che lo scorso 30 ottobre ha vinto di misura contro il presidente uscente, il populista di estrema destra Jair Bolsonaro (50,9% contro 49,1% al ballottaggio) ha promesso di risollevare il Brasile dopo il “governo di distruzione nazionale” del suo predecessore, di combattere la deforestazione e la fame e di ridurre la diffusioni delle armi de fuoco nel paese.

Bolsonaro che anche ieri ha fatto notizia, in negativo. Il presidente uscente non ha partecipato alla proclamazione di Lula, come vuole il cerimoniale: due giorni prima della cerimonia è infatti volato negli Stai Uniti per evitare di consegnare a Lula la fascia da presidente, come simbolo del trasferimento di poteri.

Dalla Florida, dove ha intenzione di rimanere per circa un mese, Bolsonaro ha tenuto un discorso di addio in cui ha rimarcato di aver tentato di impedire l’elezione di Lula contestando in tribunale il risultato delle elezioni, ma non di essere riuscito nel suo intento. Nel suo discorso ha però di fatto riconosciuto che la presidenza del Paese è di Lula: “O viviamo in una democrazia o non ci viviamo”, ha detto l’ex numero uno del Brasile.

In assenza di Bolsonaro, Lula ha ricevuto la fascia presidenziale “dal popolo brasiliano”, ovvero una una rappresentante del Paese: una netturbina di 33 anni, Aline Sousa, che gliel’ha consegnata al posto dell’ex presidente.

La feste di Lula non è stata rovinata neanche dall’arresto di due persone, supporter di Bolsonaro, che avevano intenzione di macchiare col sangue la parata e l’insediamento del presidente: uno dei due è stato arrestato in possesso di esplosivo che voleva utilizzare durante la cerimonia.

Quanto alla squadra di governo, Lula e il Partido dos trabalhadores si sono affidati a 37 ministri, di cui 11 donne, la presenza femminile più grande di sempre per il Brasile.

Tra queste vi sono Sonia Guajajara, l’attivista indigena che guiderà il dicastero per i popoli originari e Marina Silva all’Ambiente, ecologista tra le più note in ambito latinoamericano, che dovrà fare i conti con la tutela dell’Amazzonia contro la deforestazione,

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.