Alla Camera dei Deputati si è svolta una conferenza stampa promossa da Nessuno tocchi Caino-Spes contra spem per dire, come dicono i manifestanti anti-regime in Iran: bisharaf che in persiano vuol dire vergogna. Vergogna del regime iraniano ma vergogna anche di un’Europa che si relaziona ad esso solo in termini di accordo nucleare o di aspetti economici senza minimamente tenere conto della repressione ai danni del popolo.

L’evento di oggi è stato una risposta alla visita di questi giorni dell’Alto Rappresentante UE per la politica estera Joseph Borrel in Iran. Una vista che è stata considerata una burocratica legittimazione del regime tanto da parte dell’Amb. ed ex Ministro degli esteri Giulio Maria Terzi, quanto da parte dei parlamentari Roberto Rampi (PD), Renata Polverini (FI), Federico Mollicone (FdI), dall’esponente del Partito Radicale Laura Harth e di Behzad Bahrebab della Resistenza Iraniana che hanno partecipato all’incontro di oggi,

Borrell ha infatti detto di “aver avuto mandato dal Consiglio Affari Esteri europeo per andare in Iran a seguito dei tragici eventi avvenuti dall’inizio dell’anno al fine di accrescere la stabilità e la fiducia tra gli attori della regione il che è importante anche per gli europei. Perchè la sicurezza e la stabilità nella regione riguarda direttamente anche la nostra sicurezza e stabilità”. Non ha però speso una parola sugli almeno 1.500 morti durante la repressione, sui 12.000 arrestati di cui nessuno sa nulla né sulla natura sanguinaria di questo regime in guerra da quarant’anni con il popolo iraniano prima ancora che con Paesi stranieri. In questo modo per l’Europa, diritti umani e Stato di Diritto, sono fattori non rilevanti per la stabilità e la sicurezza.

Per Nessuno tocchi Caino-Spes contra spem questo stato delle cose rende sempre più urgente far conoscere la natura del regime iraniano, chi sono gli uomini ai vertici di istituzioni ormai al collasso e che nulla hanno da invidiare a quelle dei regimi più sanguinari, a partire da quello nazista. Perché non possiamo rassegnarci ad una Europa che dopo avere fatto l’esperienza delle dittature e di tragedie come la shoah o il genocidio nell’ex Yugoslavia non sia in grado di riconoscerle e contrastarle quando se le trova davanti.

Da qui l’appello uscito dalla conferenze stampa affinchè l’Europa ponga il rispetto dei diritti umani come prioritaria nelle sue relazioni con l’Iran e affinchè le Nazioni Unite istituiscano una commissione di inchiesta indipendente sulla carneficina causata dalla repressione seguita alle manifestazioni partite lo scorso mese di novembre, visitino le carceri dove sono detenuti i manifestanti arrestati e identifichino i responsabili di questa repressione.

*Elisabetta Zamparutti, tesoriere di Nessuno tocchi caino-Spes contra spem