È comparso in strada a Bologna e la foto è stata condivisa e ha preso a viaggiare sui social: un manichino raffigurante la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni in tenuta militare appeso a testa in giù in occasione di un corteo che ha sfilato in centro contro il nuovo governo di centrodestra. A organizzare il corteo gli attivisti del Cua, il Collettivo Universitario Autonomo, e il Laboratorio Cybylla, collettivo femminile costola del primo. La violenta azione ha scatenato le critiche immediate di Fratelli d’Italia e la ferma condanna del sindaco di centrosinistra Matteo Lepore che ha invitato Meloni in città: “La nostra città ieri sera è stata vittima di un gesto di violenza inaccettabile. Come sindaco e cittadino di Bologna. Non solo condanno con fermezza, ma chiedo che i responsabili vengano identificati e che provvedimenti seri siano assunti dalle autorità competenti. Non ci può essere tolleranza, né comprensione”.

Il corteo è partito da Piazza Verdi, nel cuore della zona universitaria, intorno alle 18:00 e ha percorso le strade del centro. Circa 200 i partecipanti, musica ad alto volume, forze di polizia a scortare. I manifestanti hanno anche sparato della vernice colorata contro il supermercato “Sapori e dintorni” della Conad, un’azione definita “sanzione” per condannare “questi presidi di eccellenza accessibili solo a ristrette e ben specifiche classi sociali, ribadendo ancora una volta che la qualità, l’eccellenza, il lusso devono essere messe a disposizione di tutte smontando le logiche speculative che sorreggono e caratterizzano queste categorie”.

 

 

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Un post condiviso da C.U.A. Bologna (@cua.bologna)

La foto del manichino, appeso alla torre Garisenda, è apparsa sulla pagina Facebook del Laboratorio Cybilla. “Contro ogni attacco al diritto all’aborto, al reddito e alla nostra possibilità di scegliere sulle nostre vite! – si legge nel lungo post allegato in cui venivano elencate le ragioni della manifestazione – È facile attaccare mediaticamente la movida e la socialità per privarci della nostra libertà di creare antagonismo. Questo abuso nei confronti della dissidenza travestito da decreto è in realtà l’ennesima norma securitaria agita da un governo fascista che ci vuole obbedienti, silenziose e, di fatto, oppresse. Questa norma ci dice che in più di cinquanta persone creiamo un pericolo per l’ordine, l’incolumità e la salute pubblica e noi oggi siamo qui, siamo tantissime ad urlare che nessun provvedimento ci fermerà e che siamo contente di farvi paura”.

Il laboratorio continua definendo il governo “fascista” e Meloni come “mai la benvenuta a Bologna e da nessun’altra parte” dove arriverà tra poche settimane per l’inaugurazione del Tecnopolo. “Rifiuteremo la Meloni, rifiuteremo l’èlite che inaugurerà il Tecnopolo e ci riapproprieremo di quelle risorse, di quei saperi. Non accetteremo ancora una volta che chi potrà accedere a lusso, ricchezza, scienza e super tecnologie saranno i padroni. Resisteremo sempre contro figure autoritarie che agiscono per un chiaro consolidamento di patriarcato, classismo e razzismo. Da oggi il vento cambia, vogliamo una vita bella, ci prendiamo tutto!”.

“Sono colpito e rattristato, in carriera non mi è mai successo di vedere una cosa del genere”, il commento del prefetto Attilio Visconti a Repubblica. “Va contro ogni logica democratica e politica, che invece deve basarsi sul confronto e sulla dialettica. E mi spiace che questo sia accaduto nella città più civile e aperta d’Italia”.

Solidarietà trasversale da parte del mondo politico alla Presidente del Consiglio. Fratelli d’Italia insorge compatto. Per il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida “ci auguriamo che gli autori di questo vergognoso atto intimidatorio siano individuati e soprattutto ci aspettiamo una netta e inequivocabile condanna da parte di tutte le forze politiche, sinistra in primis”; il deputato e responsabile organizzazione di Fdi Giovanni Donzelli parla di “un pericoloso e inaccettabile segnale di violenza” che “in questa spirale domani potrebbe accadere a chiunque altro. Adesso Pd, sinistra e M5s, si degnino almeno di condannare questa vergogna”; per il ministro della Difesa Guido Crosetto “il gesto è gravissimo. Il silenzio di alcuni esponenti politici lo è ancor di più”.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.