Alle spalle si è lasciata una condizione certamente peggiore del pericolo che avrebbe trovato fuggendo attraverso i paesi africani e poi salendo su un barchino in mare aperto, sperando di arrivare a Lampedusa. Aveva poco più di 20 anni e fuggiva dal Camerun o dalla Costa d’Avorio o della Guinea. Di lei si sa poco ma è certo che fuggiva da paesi poveri e disperati dove sopravvivere e non soccombere è un miracolo. Ma il fato stato beffardo con la 20enne in fuga: è riuscita a mettere piede a Lampedusa, a toccare con mano la salvezza, ma è morta per ipotermia poco dopo nel Poliambulatorio dell’isola. È morta di freddo dopo aver sfiorato il sogno della salvezza. Una sorte tremenda.

Sulla tragedia la Procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta. L’ipotesi, al momento a carico di ignoti, è favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte quale conseguenza di altro reato. Dell’attività investigativa per identificare i traghettatori di vite si occuperà, con il coordinamento del procuratore capo Salvatore Vella, la Squadra Mobile di Agrigento. La storia della 20enne è un pugno allo stomaco nei giorni in cui il governo italiano lascia le navi ong a lungo in balia delle onde in mezzo al mare, dove i migranti possono solo scorgere da lontano le belle coste siciliane e sperare. La donna era su un’imbarcazione soccorsa, durante la notte, da una motovedetta della Guardia di finanza. Due i natanti giunti a poche miglia dal porto, con a bordo 41 e 43 persone. Nel primo gruppo, c’erano 14 donne e un minore, nel secondo invece 21 donne e 5 minori. Al momento dello sbarco degli 84 migranti è emerso subito che c’era una donna che stava male ed è stata portata al Poliambulatorio dove i medici hanno fatto di tutto per salvarla.

La giovane era bagnata e infreddolita quando è stata tirata via dal barchino di 8 metri salpato da Sfax domenica alle ore 20. Quando l’imbarcazione è approdata la donna è stata subito soccorsa dai sanitari. Ha avuto un arresto cardiaco dovuto probabilmente ad ipotermia: il suo cuore non ha retto al viaggio, era esausta, non ha sopportato tutto il dramma che da mesi la donna stava vivendo. Assieme a lei viaggiavano altre 43 persone, fra cui 16 donne e 5 minori, scappati da Camerun, Costa d’Avorio e Guinea. Probabilmente stesso viaggio, stesso dolore, stesse speranze. La procura di Agrigento, con il facente funzione Salvatore Vella, sta coordinando l’inchiesta aperta e nelle prossime ore i 38 migranti adulti verranno ascoltati dai poliziotti della Squadra Mobile.

Intanto continuano gli sbarchi a Lampedusa. Su una barca 205 egiziani, pakistani, siriani, bengalesi e palestinesi. Erano su un peschereccio soccorso a 12 metri dalle coste siciliane, salpato da Zhouara all’una di lunedì, dalle motovedette Cp319 e 317 della Guardia costiera. Nel gruppo ci sono anche 5 donne e 3 minori. Tutti sono stati già portati all’hotspot di contrada Imbriacola. Altri 45 migranti, fra cui 17 donne e 5 minori, sono sbarcati a Lampedusa. A soccorrere a circa 6 miglia dalla costa il barchino sul quale viaggiavano è stato il pattugliatore della Guardia di finanza. Si tratta del terzo sbarco, dopo quattro giorni di stop dovuti alle cattive condizioni del mare, nel giro di poche ore. Tutti i migranti sono stati portati all’hotspot di contrada Imbriacola dove ci sono 850 persone a fronte di 400 posti disponibili. Sono 80 i migranti che sono stati imbarcati sul traghetto di linea Veronese che giungerà in serata a Porto Empedocle. A disporre il nuovo, ennesimo, trasferimento dall’hotspot di Lampedusa è stata la Prefettura di Agrigento. Nella struttura di prima accoglienza, dove all’alba c’erano 884 persone, sono rimasti al momento 1.053 ospiti a fronte di 400 posti.

Avatar photo

Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.