Giorgia Meloni tiene il punto e non indietreggia di un millimetro nella posizione del suo esecutivo sulla questione dei migranti, della politica dei porti chiusi tra sbarchi selettivi e carichi residuali. L’occasione per confermare la linea dura arriva dall’assemblea dei deputati e senatori di Fratelli d’Italia che si è svolta in mattinata, la prima da quando Meloni è presidente del Consiglio.

Incontrando i suoi eletti, la premier ha risposto al governo francese che ieri ha dato il via libera allo sbarco della nave Ocean Viking, della Ong Sos Mediterrané, nel porto di Marsiglia. Da giorni fuori dalle acque territoriali italiane e da 18 in mare vagando alla ricerca di un porto sicuro, con a bordo 230 persone che speravano di sbarcare in Sicilia, a Catania. Tutti invece avranno asilo in Francia, senza selezione come invece accaduto in Italia con lo sbarco permesso solo a donne, bambini e cosiddetti “fragili”.

Da Parigi dopo l’ok all’accoglienza della nave e dei migranti erano arrivate parole al vetriolo. Stamani parlando alla radio del servizio pubblico France Info, il portavoce del governo francese Olivier Veran aveva attaccato senza mezzi termini l’esecutivo di Roma: “Ci sono regole europee estremamente chiare, che del resto sono state accettate dagli italiani, che sono di fatto i primi beneficiari del meccanismo di solidarietà finanziaria europeo. Questa nave deve essere accolta in Italia. L’atteggiamento attuale del governo italiano, quanto alle sue dichiarazioni e al rifiuto di fare attraccare la nave, contrario a tutte le regole europee che sono state accettate dall’insieme dei Paesi europei, è inaccettabile. Noi auspichiamo, nel momento in cui la nave è ancora nelle acque territoriali italiane, che l’Italia faccia la sua parte e rispetti i suoi impegni italiani”, sono state le sue parole, che aprono ad un possibile passo indietro francese sull’accoglienza della nave e dei migranti.

Veran spiega infatti che la Ocean Viking attualmente “è ancora nelle acque territoriali italiane. I meccanismi diplomatici sono ancora in azione mentre stiamo parlando. Voglio solo ricordare che questa nave che chiamiamo “di migranti” è una nave di esseri umani, che sono stati salvati in mare, alcuni vengono da molto lontano e hanno attraversato molti mari prima del Mediterraneo, ci sono una cinquantina di bambini a bordo di questa nave e in ogni caso non lasceremo che queste persone corrano il minimo rischio”.

Ci vogliono ore ma la premier risponde alle accuse d’oltralpe e difende l’operato del suo esecutivo. Secondo Meloni infatti il governorispetta tutte le convenzioni” e “non è dipesa dal governo la decisione dell’autorità sanitaria di far sbarcare tutti i migranti presenti sulle navi ong, dichiarandoli fragili sulla base di possibili rischi di problemi psicologici”. Una scelta, quella dell’autorità sanitaria, che la premier sottolinea di aver trovato “bizzarra”.

Ma altre parole della presidente del Consiglio provocheranno sicure polemiche. Secondo Meloni a bordo delle navi delle Ong “non ci sono naufraghi ma migranti” e “le persone sono salite a bordo in acque internazionali trasbordando da altre unità navali di collegamento”. Per la premier “la nave che li ha presi in carico è attrezzata ed equipaggiata per ospitarli e provvedere a tutte le loro esigenze di accoglienza”, come se si trattasse di una crociera nel Mediterraneo.

Meloni parla quindi di “legalità”, col suo esecutivo che lo considera “un tratto distintivo di questo Governo: bisogna tornare a rispettare le regole e questo vale per ogni ambito”. Torna quindi il refrain della “repubblica delle banane” che è “finita”. “In queste prime due settimane al governo abbiamo già smentito i pronostici e la narrazione di una sinistra anti-italiana che parlava di “Italia isolata” se fossimo andati al governo Vogliamo che l’Italia sia centrale nello scacchiere internazionale e lavoriamo per questo”, è la tesi della premier.

Sulla questione della Ocean Viking vanno registrate anche le parole di Alessandro Porro, presidente di Sos Mediterranée, che ha sottolineato come l’imbarcazione si sta dirigendo verso la Francia, “può essere la Corsica o Marsiglia, ma entro 24-48 ore questa brutta avventura sarà risolta. La situazione a bordo è critica“. Porro ha sottolineato che “la dichiarazione della portavoce francese guarda al futuro più che al passato, cioè la necessità da parte dell’Italia di farsi carico delle proprie responsabilità“. “Non bisogna confondere – ha aggiunto – il soccorso in mare, che deve finire in un luogo sicuro e in fretta. La geografia dice Italia o Malta. Il processo di ricollocazione deve essere europeo e solidale“.

Redazione

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