Il pressing si fa sempre più insistente ma Giuseppe Conte non intende far gestire ad altri il pallino del gioco. E sul Mes tiene, ancora una volta, il punto. Il premier lo ribadisce anche di fronte al presidente spagnolo Pedro Sanchez: “Non è legata al Meccanismo europeo di stabilità – scandisce – la nostra politica sanitaria. Non è che se lo prendiamo o no siamo più o meno attrezzati nella reazione sanitaria a questa emergenza”. Anche sull’apertura fatta ieri con la disponibilità accordata a mettersi attorno a un tavolo politico, il presidente del Consiglio fa quasi un passo di lato. Il Mes “non ha nulla a che vedere con le priorità” da affrontare nel patto di legislatura, “ma se qualcuno porrà il tema sul tavolo lo affronteremo”, dice.

I Dem, però, non intendono mollare la presa e la replica arriva immediata. “Il tema del Mes è stato posto, e sarà al centro di un confronto tra le forze politiche di maggioranza. Il presidente Conte farebbe meglio a non divagare ma a trovare forme e modi di un esame parlamentare serio ed approfondito”, taglia corto il capogruppo Pd a Palazzo Madama, Andrea Marcucci. “Non basta dire abbiamo fatto un piano. Il Mes è uno strumento pensato per questo e va valutato senza pregiudizi ideologici. Se non si ritiene praticabile questa strada o se ne preferiscono altre bisogna dire quali sono”, rincara la dose il vicesegretario Andrea Orlando. Luigi Di Maio prova a rasserenare gli animi: “Il presidente Conte è stato chiaro più volte sul Mes. Lo è stato anche il ministro Gualtieri. Evitiamo di usare questo tema per alimentare polemiche, servono unità e responsabilità in questa fase”, insiste.

Intanto in Parlamento crescono i consensi. Domani si riunirà per la prima volta l’intergruppo parlamentare Camera-Senato denominato “Mes subito”, nato su iniziativa dei deputati di Italia Viva Camillo D’Alessandro e Vito De Filippo. Alleati, dopo tanto tempo, ci sono Orlando e Matteo Renzi che guida una nutrita delegazione di Iv. Unico del suo gruppo il deputato M5S Giorgio Trizzino, mentre diverse sono le adesioni di FI, tra le quali quella di Renato Brunetta. Presenti infine alcuni parlamentari del Misto come Maurizio Lupi, Riccardo Magi ed ex pentastellati.

Nella richiesta di adesione, arrivata nelle mail dei Deputati e Senatori, si legge: “Il riacuirsi del contagio, accompagnato dalla proroga dello stato di emergenza, impongono la necessità di utilizzare tutte le risorse disponibile a favore del sistema sanitario nazionale, a partire dal Mes, senza rinvii”. Conte è avvisato.

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