Il “geometra” Matteo Messina Denaro. Sfruttando la carta d’identità di Andrea Bonafede, nato a Campobello di Mazara (Trapani) il 23 ottobre del 1963, il sanguinario boss di Castelvetrano, ultimo ‘Padrino’ di Cosa Nostra, riusciva ad entrare ed uscire dalla clinica privata ‘La Maddalena’ di Palermo, dove questa mattina è stato arrestato dai carabinieri.

La lunga latitanza di MMD, durata 30 anni, si è interrotta stamane mentre il boss era nella clinica per un appuntamento, un ciclo di chemioterapia nella struttura sanitaria in cui era in cura da oltre un anno per un tumore al colon diagnosticato nel novembre 2020.

Il reale proprietario di quella carta d’identità utilizzata da Messina Denaro è stato invece interrogato oggi dai carabinieri: il documento di riconoscimento, scrive l’Ansa, sarebbe stato falciato dal boss apponendo una sua foto al posto di quella del signor Bonafede. L’uomo non avrebbe risposto alle domande degli investigatori.

A fare chiarezza sulla questione è stato poi il generale Pasquale Angelosanto, comandante del Ros dei Carabinieri, nel corso della conferenza stampa sull’arresto dell’ormai ex ‘Primula rossa’ di Cosa Nostra. “L’accostamento della persona con il nome falso al latitante era stato ipotizzato nei giorni scorsi, ma è stato accertato stamattina. Il riscontro lo abbiamo avuto stamattina”, ha spiegato Angelosanto.

A pubblicare le immagini della carta d’identità falsa utilizzata da Messina Denaro è stata l’AdnKronos: tra i dati personali si legge che il ‘proprietario’ è un uomo alto 1,78 metri, calvo e con gli occhi castani, segni particolari “nessuno”. La tessera, di tipo cartaceo, è stata emessa l’8 febbraio 2016 e scade il 23 ottobre del 2026.

A Messina Denaro-Bonafede, le forze dell’ordine sono arrivate dopo mesi di indagini che si sono concentrate proprio sulla malattia del boss, confermata dalle intercettazioni di amici e parenti del ‘Padrino’ di Castelvetrano.

Capito che Messina Denaro dovesse utilizzare uno pseudonimo per curarsi, sono iniziate le indagini sui pazienti oncologici con un’età compatibile con quella del super latitante scandagliando le informazioni della centrale nazionale del ministero della Salute che conserva i dati sui malati oncologici.

Il punto di svolta arriva incrociando proprio queste informazioni: nel giorno dell’intervento avvenuto Andrea Bonafede era a Campobello di Mazara. In clinica sotto i ferri c’era dunque qualcun altro. Le indagini proseguono ed emerge un nuovo appuntamento in clinica, fissato per questa mattina, con in programma prelievi e seduta di chemioterapia.

Ad aspettare ‘Bonafede’, alias Messina Denaro, i carabinieri del Ros e del Gis pronti a mettere fina alla lunga latitanza del boss di Cosa Nostra.  I carabinieri hanno questa mattina hanno anche sequestrato tutte le cartelle cliniche relative al boss Matteo Messina Denaro nella clinica “di Palermo: al loro interno c’è tutto il percorso medico del paziente operato a Marsala prima per tumore al colon poi nella clinica palermitana per metastasi al fegato.

Redazione

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