Italia unica grande zona rossa o arancione
“Natale con lockdown nazionale”, la proposta del Cts per misure più rigide durante le feste
Il 2020 potrebbe essere un Natale veramente molto rosso. In un primo momento i sindaci, soprattutto dei piccoli comuni, avevano chiesto un allentamento delle misure. Ma la paura per il contagio potrebbe portare nel giro di poche ora a optare verso misure ancora più restrittive nei giorni festivi e prefestivi nel periodo da Natale ed Epifania.
Ed è questa la richiesta precisa fatta dagli esperti del Comitato tecnico-scientifico, nel corso della riunione a Palazzo Chigi con il premier Giuseppe Conte e i capi delegazione della maggioranza. L’idea è quella di estendere e rafforzare le misure poste in essere fino ad oggi, anche con una sorta di lockdown, per tutto il periodo natalizio.
Un lockdown alla tedesca praticamente. Tutta l’Italia dunque potrebbe diventare zona rossa o arancione nei giorni festivi e prefestivi: 24-27 dicembre, 31 dicembre-3 gennaio, 5-6 gennaio. Un’ipotesi avanzata già durante il vertice di domenica sera e che potrebbe anche riguardare il prossimo weekend, quello del 19-20 dicembre, considerato ad alto rischio per i movimenti programmati da milioni di italiani.
Per il Cts servono misure più rigide per cercare di scongiurare in tutti i modi la terza ondata a gennaio. Gli scienziati avrebbero ripetuto la contrarietà ad allentare le restrizioni, in particolare gli spostamenti tra Comuni, sottolineando invece la necessità di stringere le maglie nei giorni più a rischio delle ferie natalizie, specie dopo le immagini degli assembramenti di ieri nelle vie dello shopping in moltissime città.
I numeri della curva epidemiologica e delle vittime preoccupano ancora troppo. Bisogna limitare gli assembramenti il più possibile e per esperti diventa quindi impensabile una eventuale apertura generalizzata che renderebbe ancora più difficile il controllo in vie e piazze. Le ipotesi per il momento sono due: quella di fare dell’Italia una grande zona arancione o interamente rossa.
Se dovesse prevalere l’ipotesi della zona arancione resterebbero aperti i negozi ma chiusi tutto il resto. Questo comporterebbe anche l’estensione del divieto di uscita dal proprio comune e, quindi, la possibilità di muoversi all’interno del proprio Comune, compresa la chiusura totale di ristoranti e bar. Se dovesse essere tutta zona rossa la situazione sarebbe ancora più proibitiva: verrebbero vietati i movimenti non essenziali fuori dalla propria abitazione. Una sorta di lockdown generalizzato con la serrata dei negozi e il divieto di spostamenti non essenziali fuori dalla propria abitazione, lasciando però un margine di flessibilità per il giorno di Natale, in modo da garantire la partecipazione ai riti religiosi.
L’unica concessione alle richieste arrivate dal Parlamento sarà, forse, quella sui piccoli comuni nei tre giorni di festa. Sotto i cinquemila abitanti – e sempre che non si decreti zona rossa nazionale in quelle tre date di festa – saranno consentiti movimenti tra comuni confinanti. Italia Viva chiede che venga fissato un raggio di movimento di 30 chilometri, come la Lega. Conte pensa a 10-20, Pd e Speranza ancora meno.
© Riproduzione riservata