Geopolitica e visione economica. Scenari dello sviluppo e della sicurezza internazionale. Vision sul 2050. Questi i temi su cui ieri al Centro Studi Americani ha tenuto una lectio magistralis molto particolare l’ingegner Luca Dal Fabbro, presidente di Iren. «Viviamo tempi in cui avere le informazioni che contano – mentre siamo sommersi da spinte diverse – fa la differenza. Sono stati tranciati i cavi sottomarini al largo della Finlandia, chi è stato? Non lo sappiamo ancora, è come se vivessimo ogni giorno un nuovo caso Ustica. E capire meglio il mondo in cui ci apprestiamo a vivere è urgente. E indispensabile».

L’avvertimento sulla Cina

La lezione accende i fari sui dati che abbiamo ma che studiamo poco. «La Cina non ha mai combattuto fuori dai suoi confini ma il suo esercito sta facendo addestramenti intensivi in Siberia, da mesi. Entro tre anni avranno la capacità bellica degli Stati Uniti», avverte. Sul piano della capacità sottomarina Pechino è già oggi la prima potenza mondiale: «Hanno sviluppato tecnologia capace di far lavorare tre anni consecutivi i loro sottomarini in immersione permanente, dal fondo del mare possono costituire una minaccia globale». E forse ne abbiamo già avuta qualche prova, sia pure a livello di “esercitazione”.

Le materie critiche

Come pure fa Mosca, spegnendo qua e là un sito, un canale, una piattaforma occidentale per vedere l’effetto che fa. E d’altronde se Cina, Russia e India unissero le loro riserve potrebbero già coniare una moneta unica più stabile e più forte del dollaro. Per non parlare del sapere. Dei brevetti. Dei Ph.D. «Quelli asiatici sono già oggi più di quelli europei ed americani messi insieme, dietro a molte startup americane di successo ci sono intelligenze e know-how cinesi e indiane».

Facciamo troppo spesso i conti senza l’oste. Ci occupiamo di Europa e America come se il resto del mondo venisse dopo, mentre viene spesso prima. «Le materie critiche, le terre rare sono quasi tutte cinesi», richiama Dal Fabbro. E quando parliamo di macchine ibride, di energia rinnovabile e di microchip, parliamo di materie critiche. Chi le possiede, controlla il mondo. Nessuna risorsa è inesauribile. «L’acqua nel 2050 mancherà in molti paesi. Anche in Italia. Avremo bisogno di dissalatori, oggi non ne abbiamo. Se fossi giovane, se avessi trent’anni oggi, aprirei una startup dedicata all’acqua, indispensabile per vivere, per l’industria, per l’agricoltura ma molto più di quello che si immagina per i data center».

Una pioggia di informazioni e di dati, anche insolitamente profondi, che scuotono la platea. La Scuola Politica “Vivere nella Comunità”, fondata da Sabino Cassese e da Pellegrino Capaldo, scomparso due mesi fa, applaude a lungo Dal Fabbro. Che siano i dirigenti delle grandi aziende a dare corpo all’alta politica di prospettiva e visione è un dato che deve far riflettere.

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