Per la prima volta dopo anni, il contenzioso penale e civile in Italia si conferma in calo. È quanto ha dichiarato ieri durante la cerimonia di inaugurazione dell’Anno giudiziario il primo presidente della Corte di Cassazione, Pietro Curzio. «L’analisi sui dati dell’amministrazione della giustizia conferma il quadro in chiaroscuro già descritto nelle precedenti relazioni», ha precisato Curzio, ricordando comunque che non spetta ai magistrati dare «giudizi sulle scelte di politica legislativa che il Parlamento ed il governo hanno operato».

Il primo presidente, come da prassi, ha quindi snocciolato un po’ di dati. «Nel corso degli anni Novanta del Novecento gli omicidi in Italia erano circa 1900 ogni anno, in parte cospicua commessi da esponenti della criminalità organizzata, negli ultimi 5 anni si sono ridotti a 300 e nel 2022 sono stati 310: si tratta di un dato cruciale perché colloca l’Italia tra i Paesi più sicuri in Europa e a fortiori nel mondo». Curzio ha sottolineato “l’efficienza del sistema” per cui negli ultimi 30 anni l’accertamento degli autori di omicidi è passato dal 40 per cento degli anni Novanta al 73 per cento del 2016, “percentuale che tende a crescere”. «Un’ombra inquietante – sottolinea – rimane per il fatto che circa la metà degli omicidi sono avvenuti nell’ambito dei rapporti familiari e affettivi e una parte molto consistente, 122 su 310, vede come vittima la donna, spesso ad opera del partner o ex partner».

«Rimane inaccettabile il numero delle morti bianche, che anche quest’anno ha superato il livello di 1000 casi, con l’inquietante ritmo di tre morti al giorno», ha aggiunto Curzio. Nei primi dieci mesi del 2022, le denunce “sono aumentate del 32,9 percento rispetto al 2021”. Nella lotta al terrorismo e alla mafia, poi, ci sono stati «passi avanti evidenti e ne abbiamo avuto conferma di recente con un arresto importante, non solo per contrastare strategie che hanno insanguinato il Paese in anni terribili, ma anche nel cogliere mutazioni verso forme altrettanto pericolose volte ad inquinare settori sani della società civile e dell’economia e ad estendersi verso zone del Paese diverse da quelle originarie». Dopo Curzio ha preso la parola il neo presidente del Csm Fabio Pinelli. «È solo attraverso il quotidiano esercizio del reciproco e franco confronto all’interno dell’Organo di governo autonomo che esso potrà esercitare con equilibrio i delicati compiti affidatigli dalla Costituzione. L’obiettivo sarà quello di trovare sempre una sintesi, nell’interesse esclusivo dei cittadini», ha affermato Pinelli, confermando la volontà “di ascolto e di dialogo costante con tutti i componenti del Consiglio”.

Il Csm affronterà, ha quindi concluso Pinelli, «le sfide portando avanti l’ideale del magistrato che noi riteniamo debba essere perseguito: il magistrato che si distingua per il rigore professionale, per il riserbo in tutti i comportamenti, e per il rispetto della dignità delle persone. L’esercizio del potere giudiziario deve sempre compiersi nel rispetto della sottoposizione alla legge del magistrato e nella piena tutela della dignità della persona». «Ogni futura riforma, prima di essere affidata alle valutazioni del Parlamento, si comporrà attraverso l’ascolto di tutte le voci del sistema giustizia, dall’avvocatura all’accademia e alla magistratura», sono state invece le parole del ministro della Giustizia Carlo Nordio. «Autonomia e indipendenza della magistratura costituiscono un pilastro della nostra democrazia, garantita dalla Costituzione, sono principi inderogabili che hanno accompagnato tutta la mia lunga attività professionale. Se non avessi creduto e non credessi nella loro sacralità, non avrei rivestito la toga, come spero di aver fatto, con dignità e onore», ha aggiunto Nordio.

«Il Paese conservi la fiducia nella giustizia», è stato l’auspicio del pg della Cassazione, Luigi Salvato, e la giustizia «recuperi l’efficienza sulla quale i cittadini possono e devono fare affidamento, grazie all’impegno di tanti servitori dello Stato, i quali quotidianamente operano con discrezione, la cui attività non può essere appannata dai comportamenti devianti di alcuni, che vanno perseguiti e sanzionati». Ieri pomeriggio, al termine della cerimonia, nel corso della quale spiccava l’assenza del presidente del Senato La Russa (Anna Rossomando in sua vece) c’è stato l’atteso incontro fra Giorgia Meloni (che non ha partecipato anche lei all’inaugurazione delegando il sottosegretario Mantovano) e Nordio. «Dare ai cittadini una giustizia giusta e veloce è una priorità assoluta di questo Governo e un impegno che abbiamo preso con gli italiani. Siamo determinati a mantenerlo nel più breve tempo possibile», ha dichiarato la premier.

Sul fronte Csm, invece, all’indomani dell’elezione di Pinelli, si segnala l’irritazione da parte dei renziani per le ricostruzioni giornalistiche secondo le quali il laico di Italia Viva Ernesto Carbone lo avrebbe votato in vista della nomina del nuovo procuratore di Firenze. Renzi, sostenendo la candidatura di Pinelli, proverebbe così ad accreditarsi come “quarta gamba della maggioranza”. «Non ci interessano le nomine, noi vogliamo solo che vengano disposti accertamenti sulle condotte di alcuni pm, come peraltro ha già affermato Nordio», ha fatto sapere una fonte qualificata vicino all’ex premier. In serata, infine, la presidente della commissione Giustizia del Senato Giulia Bongiorno ha depositato una proposta di legge per la separazione delle carriere dei magistrati.