«Credo che ci sia l’esigenza di un nuovo indulto, perché da quando ho fatto il ministro da allora sembra non essere cambiato assolutamente nulla». Così Clemente Mastella durante la presentazione a Napoli della lista Noi di centro. «C’è recrudescenza delle difficoltà carcerarie, diventate incredibili – continua – l’indulto serve per le forze di polizia penitenziaria ma anche per chi sta là dentro. Hanno commesso errori, peccati dal punto di vista cristiano e legale, ma non possono essere maltrattati in nome e per conto della costituzione. Quindi, chiediamo un nuovo indulto. Però nessuno approfitti di questo».

Nei giorni scorsi, mentre nessuna forza politica si sogna neppure di occuparsi dell’emergenza permanente nei nostri penitenziari stracolmi e spesso privi di servizi base, il sindaco di Benevento aveva già toccato il tema in un’intervista al Quotidiano del Sud. «Secondo i dati ufficiali del Ministero della Giustizia, al 30 aprile scorso, i detenuti presenti nelle carceri italiane erano 54.595 a fronte di una capienza regolamentare di 50.853 posti, con un tasso di sovraffollamento carcerario pari al 107,35%: dati che destano grande preoccupazione e di fronte agli svariati tentativi falliti di riorganizzare il sistema carcerario è ora di cominciare a pensare ad un nuovo indulto, come quello da lei attuato nel 2006 da Guardasigilli?», era la domanda dell’intervistatore Michele Inserra. «Sì – aveva risposto l’ex ministro della Giustizia – credo che un nuovo indulto sia indispensabile. È un atto costituzione e cristiano. Recupera la dignità delle persone e dà meno ansia e frustrazione alla polizia penitenziaria che con dedizione e sacrificio è allo stremo».

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