“Pianti patetici a causa delle presunte atrocità delle forze armate russe”. E’ questa la definizione utilizzata da Sergei Lavrov, ministro degli Esteri di Vladimir Putin dopo il bombardamento avvenuto all’ospedale pediatrico e di maternità di Mariupol che ha provocato la morte di tre persone, tra cui una bambina, e il ferimento di 17 persone tra donne, sanitari e minori. 

Parole raggelanti quelle dell’esponente del Cremlino che arrivano alla fine dell’incontro ad Antalya, in Turchia, con il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. Nel corso della conferenza stampa Lavrov è arrivato a negare l’evidenza delle immagini e dei video girati dai soccorritori dopo il bombardamento avvenuto all’ospedale di Mariupol. Foto e filmati che cristallizzano la presenza di donne in procinto di partorire e minori presenti all’interno della struttura quando è avvenuto l’attacco russo. 

Donne incinte portate via in barella, bimbi terrorizzati, sanitari con il volto insanguinato. Insomma di “patetico” c’è solo la propaganda russa che continua a parlare di “operazione militare speciale” in Ucraina, lanciando (oltre a missili e bombe) raffica di fake news. Secondo la raccapricciante e vergognosa analisi di Lavrov, l’attacco sarebbe stato sferrato dopo aver constato la presenza all’interno dell’ospedale del gruppo paramilitare di estrema destra, attivo nel sud dell’Ucraina, e denominato “battaglione Azov“.  “Come avevamo indicato già il 7 o il 6 marzo scorso, l’ospedale era diventato una base del battaglione Azov e le donne e i bambini erano stati portati via”, ha spiegato, avallando la tesi di un “terrorismo dell’informazione” che “gonfia l’opinione pubblica in tutto il mondo” e che non prende in considerazione “l’altro lato della situazione“. Poi, senza vergogna, ha aggiunto: “Traete voi la vostra conclusione di come venga manipolata l’opinione pubblica di tutto il mondo”.

Prima di Lavrov ci aveva pensato la (sua) portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova a giustificare l’attacco all’ospedale: “A Mariupol, i battaglioni nazionali ucraini, dopo aver espulso il personale e i pazienti dall’ospedale vi hanno stabilito posizioni di combattimento”. Zakharova ha inoltre affermato che ci sono “numerosi video che confutano i falsi ucraini, confermando che i crimini di Kiev contro i suoi cittadini sono abbondantemente di dominio pubblico”.

Già ieri sera il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva duramente attacco l’azione di Mosca, provando a svegliare anche il mondo occidentale: “Sganciare bombe su un ospedale per bambini  e per la maternità è la prova definitiva che ciò che sta accadendo è un genocidio degli ucraini. Europei, non potete dire di non aver visto cosa sta succedendo. Dovete inasprire le sanzioni affinché la Russia non potrà continuare la sua guerra selvaggia”. Parlando in lingua russa, il leader del paese invaso da Vladimir Putin attacca proprio l’esercito rivale: “Che razza di paese è la Russia se ha paura degli ospedali e delle case di maternità e li distrugge? C’erano dei piccoli nazionalisti lì? Le donne incinte avrebbero sparato missili a Rostov? Qualcuno in quell’ospedale di maternità ha offeso le persone di lingua russa? O stavano de-nazificando l’ospedale?”.

Dopo le raccapriccianti parole di Lavrov, lo stesso presidente ucraino ha aggiunto: “La TV russa ha menzionato l’attacco a Mariupol. Ma hanno mentito sul fatto che non c’erano donne o bambini in ospedale e hanno detto che lì c’erano nazionalisti. Stanno mentendo, come sempre” ha affermato in un nuovo videomessaggio alla nazione pubblicato sul suo canale Telegram. “Le truppe russe hanno già creato una catastrofe umanitaria in Ucraina, ma questo fa parte del loro piano per loro: vogliono umiliare il nostro popolo”, sono “mostri”.

 

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Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall'ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.