Un palazzo sfaldato dai missili, un fortissimo boato e poi in pochi istanti quella salda struttura che si sgretola in mille pezzi. Dentro, nella sua casa, il suo posto sicuro, c’era Tanya, bimba di 6 anni morta disidratata a Mariupol. Così quel posto sicuro che era il tetto di casa è diventato la sua tomba. Non solo per lei ma anche per la sua mamma, il cui corpo è stato trovato poco distante dal suo. Forse ha gridato, forse ha pianto, forse ha cercato al sua mamma. È morta sola in mezzo alla paura con la gola riarsa dalla sete. Una morte tremenda che è il volto peggiore del conflitto in Ucraina.

A raccontare la drammatica storia di Tanya è stato il sindaco di Mariupol, Vadym Boychenko, su telegram, sindaco “Un altro bambino è morto per l’assedio della nostra città. La causa della morte è la disidratazione. Il mio cuore è pieno di dolore e di odio per i nazisti che hanno bloccato la nostra Mariupol”. Da giorni infatti la città è senza acqua, elettricità e rifornimenti, con bombe che cadono di continuo e hanno colpito anche l’ospedale pediatrico. Una vera tragedia.

“Dietro questa storia – continua il sindaco – c’è la vita di Tanya, 6 anni, che abbiamo tirato fuori dalle rovine della casa esplosa a causa di un bombardamento russo. È morta anche la madre. Non possiamo dire per quanto tempo la nostra piccola e forte cittadina di Mariupol abbia combattuto per la sua vita. Non possiamo immaginare quanta sofferenza abbia dovuto sopportare una bimba innocente. Negli ultimi minuti della sua vita era sola, esausta, spaventata, terribilmente assetata. Questa è solo una delle tante storie di Mariupol che è assediata da 8 giorni. Gli occupanti russi hanno cinicamente privato mezzo milione di abitanti di Mariupol di acqua, elettricità, riscaldamento e comunicazioni. Hanno lasciato le persone fuori dal mondo esterno. Una catastrofe umanitaria”.

La storia di Tanya può essere la stessa di tanti altri bambini che invece di andare a scuola e giocare sono costretti a morire di spavento ogni volta che sentono un boato o il rombo di un aereo. Ad oggi ci sono più di 50 bambini tra le vittime del conflitto.

“Mentre a una distanza di mille e cinquecento chilometri da Mariupol, a Varsavia o Budapest, a Monaco o a Parigi, i bambini vanno a scuola, nella nostra città sono privati di tale opportunità. Più precisamente gli occupanti li hanno privati di tutto. Spietatamente e cinicamente. Ai bambini stanno rubando un’infanzia pacifica. Tuttavia possiamo ancora salvare il loro futuro. Mariupol deve essere riaperta. È urgente aprire un corridoio umanitario e salvare mezzo milione di abitanti di Mariupol. Gridiamo più forte che possiamo affinchè la comunità mondiale decida di chiudere il cielo sull’Ucraina. Non riporterà indietro la nostra cara Tanya, ma proteggerà la vita di migliaia di bambini in Ucraina”.

“Dopo l’orrendo attacco all’ospedale di Mariupol, dove un bambino è morto, la situazione dei 6,5 milioni di minori rimasti nel paese è al limite“. L’allarme arriva da Save the Children, che calcola in “oltre 1 milione” i bambini fuggiti nei Paesi limitrofi. “Altri 6,5 milioni sono ancora nelle città ucraine, cercando riparo in rifugi sotterranei, accompagnati costantemente dalla paura e rischiando ogni istante la propria vita. Mentre i bombardamenti continuano a intensificarsi, cibo, acqua pulita e medicine nel paese scarseggiano e potrebbero essere presto inaccessibili per molti bambini e le loro famiglie”, sostiene l’organizzazione.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.