È Paola De Micheli ad aprire ufficialmente la campagna elettorale interna al Partito Democratico, la corsa alla segreteria che Enrico Letta ha annunciato di voler abbandonare in vista del prossimo congresso, dove traghetterà la comunità Dem per poi fare un passo indietro senza una ricandidatura. 

L’ex ministra dei Trasporti del governo Conte II, già vice segretario del Partito Democratico quando alla guida dei Dem c’era Nicola Zingaretti, è stata la prima esponente ad annunciare ufficialmente la candidatura. 

Ho 49 anni, un curriculum fitto e la voglia di spendermi in qualcosa di importante — ha dichiarato a Repubblica —. Voglio puntare sui militanti, troppo spesso dimenticati, quando non umiliati, e sulla definizione della nostra identità. Chi siamo, questa deve essere la domanda chiave e dovrà essere un congresso diverso dagli altri”. 

Quanto alla linea programmatica che porterà al congresso, De Micheli non anticipa nulla, ma è già evidente che non sarà ‘povera’ di autocritica: “Bisogna riconoscere gli errori commessi, anche quelli sotto il governo Draghi, che ha varato norme restrittive sui diritti del lavoro, per esempio nel settore della logistica“. Quanto al futuro del partito, ed in particolare sul delicato tema delle alleanze, secondo De Micheli il dibattito interno “non può diventare una scelta di figurine o un concorso di bellezza. E neanche possiamo stare a discutere di Conte sì o Conte no, perché un partito non in salute non guarisce con le alleanze.  Mi aiuteranno figure che stanno sul territorio, abituate a parlare con la gente“.

Un Partito Democratico, o meglio una battaglia per la segreteria, dal forte ‘sapore romagnolo’. Con Paola De Micheli potrebbero infatti candidarsi altri esponenti locali: in primis Stefano Bonaccini, presidente della Regione che potrebbe godere di un vasto consenso tra gli amministratori locali e sulla corrente di Base Riformista, gli ex renziani guidati da Lorenzo Guerini; quindi Elly Schlein, sua vice e appena eletta in Parlamento, un volto giovane e una donna dalle idee radicali per dare una sterzata al partito, a cui formalmente però non è iscritta.

Assieme alla pattuglia dell’Emilia Romagna potrebbe esserci spazio anche per il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, che ha lasciato trapelare la medesima intenzione pur senza renderla ufficiale: “Tanti amministratori mi dicono che è l’ora dei sindaci che è l’ora della provincia italiana — ha dichiarato a Radio 24 —. Sento la responsabilità, come tutti, di non potermi sottrarre. Il tempo dei nomi, però, non è oggi, ancora non sappiamo quali saranno le regole del congresso”.

Tra gli altri nomi impossibile non citare l’ala ‘sinistra’ del partito, con Giuseppe Provenzano e Andrea Orlando. Un calderone di nomi e di proposte per dare nuova linfa e una nuova strategia ad un partito uscito a pezzi dalle urne di domenica 25 settembre.

Redazione

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